All'Auditorium l'ora della chitarra

Oggi sul palco l'argentino Canizares con un omaggio a Paco de Lucia

All'Auditorium l'ora della chitarra

La Verdi in questi giorni saluta la stagione estiva e lo fa pure con l'ultimo appuntamento della rassegna «Danza: i passi della musica». Tra «Flamenco e jazz» è il titolo di due serate che hanno come protagonista la chitarra a cavallo tra la tradizione latina e l'effervescente spirito anglosassone contemporaneo.

Lo strumento a sei corde accompagnato dall'Orchestra sinfonica di casa: un bel regalo, in special modo per chi segue la chitarra, curiosamente uno degli strumenti di massa più amati e praticati che a volte però fa un po' la parte della cenerentola nelle programmazioni (a proposito le spiegazioni sono diverse, e qualcosa si proverà a dire). L'offerta della Verdi è un'occasione cultural-artistica per incontrare lo strumento. Ma vendiamo i protagonisti dell'evento, la scaletta prevista e alcune note sul direttore.

Il pubblico ricorderà Josè Antonio Montan che la scorsa stagione ha debuttato proprio all'Auditorium di largo Mahler. La bacchetta madrilena ora torna per la «due giorni» dedicata pure al leggendario autore spagnolo Paco de Lucia (oggi e domani in Largo Mahler a partire dalle 20.30); protagonista il solista-virtuoso Juan Manuel Canizares, che per onorare il genio scomparso nel 2014 eseguirà un pezzo contemporaneo da lui scritto. E ancora, per restare nella musica attuale, in scaletta un altro lavoro stavolta vergato dal messicano Arturo Màrquez; e per «chiudere» altri giganti come George Gershwin «Overture Cubana» e Leonard Bernstein, con il suo «Symphonic Dances» da «West Side Story».

«Il flamenco? - fa eco al telefono il noto chitarrista Eugenio Della Chiara, in questo caso interpellato per un parere sintetico da esperto sulla chitarra nella storia moderna e attuale - Il flamenco è qualcosa di potente, l'immagine flamenca in questo caso non è mai morta, né andata in crisi, anzi piace sempre ed è qualcosa che non subisce mode o quant'altro». Al contrario, forse, altri generi e repertori, pena: qualche volta l'emarginazione del «cordofono». «Dopo l'Era del grande Segovia questo mondo sembra essersi ripiegato su se stesso - continua Della Chiara, che per Universal ha inciso un cd con trascrizioni di Haydn, Mozart e Beethoven (a cura dello stesso Segovia, Tàrrega e Llobet), uscita prevista il prossimo novembre -. Un mondo a un certo punto impegnato a portare alla luce repertori originali dell'800 che nelle programmazioni però hanno trovato posto con meno facilità». Il maestro dei maestri Segovia, scomparso nell'87, e il collega Bream, si cimentavano con molta musica trascritta da autori del passato come Bach, Albeniz e Scarlatti oppure con musica scritta apposta per loro da autori contemporanei.

E su questa linea, contemporanea appunto,

resta Canizares che porterà in scena il suo brano «Al-Andalus», che quando stava per essere ultimato arrivò la notizia della scomparsa di Paco de Lucia. Da qui la decisione di dedicare questo pezzo al grande Maestro spagnolo.

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