Cronaca locale

Altri 440 milioni alla sanità Ecco gli ospedali «premiati»

Altri 440 milioni alla sanità Ecco gli ospedali «premiati»

Con le delibere approvate ieri dalla giunta, la Regione ha investito altri 440 milioni di euro nella sanità lombarda. Cifra che porta a 650 i milioni totali per il 2013 se aggiunta ai 16 milioni per il Programma prevenzione incendi, i 30 per il Fondo regionale edilizia sanitaria, i 34 del superamento Opg (ospedali psichiatrici giudiziari), i 60 della Finanziaria regionale e i 70 dell'Autorizzazione risorse aziende sanitarie. «Uno sforzo straordinario - ha detto il governatore Roberto Maroni - in un momento in cui i fondi alle regioni vengono tagliati e la Legge di Stabilità in esame al Senato toglie alla Lombardia ben 350 milioni». L'assessore alla Salute Mario Mantovani ha spiegato come nessuna provincia lombarda sia stata esclusa. In particolare a Milano andranno 40 milioni di euro per l'Ospedale dei bambini Buzzi, 38,5 per il san Carlo, 13 al Sacco, 9 al san Paolo e 4 al Gaetano Pini. All'Ospedale di Brescia 45 milioni, 47 alla Rete del Garbagnatese e 30 al san Matteo di Pavia. Nel dettaglio 175 i milioni assegnati a Milano, 56,6 a Brescia, 35 a Pavia e 34 a Varese. «Siamo riusciti a non togliere un euro alla salute, - le parole di Mantovani - anzi addirittura a incentivare gli investimenti con interventi sugli ospedali, qualificazione delle strutture, potenziamento delle tecnologie, razionalizzazione delle sedi Asl e valorizzazione del patrimonio». Un'eccellenza, la sanità lombarda, che «grazie alla sua concretezza - ha aggiunto - e ai suoi progetti è riuscita a ottenere un terzo dei 970 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato per la sanità di tutte le regioni». Con il governatore Maroni che accoglie con soddisfazione il proposito del ministro Beatrice Lorenzin di applicare i costi standard. L'eterna lotta per fare sì che una siringa costi lo stesso a Milano e in Sicilia. «Se tutte le altre Regioni - ha aggiunto Maroni - applicassero gli standard della Lombardia nella sanità, ci sarebbe per lo Stato un risparmio complessivo di 30 miliardi di euro, un terzo di quello che paghiamo per gli interessi sul debito pubblico».
Capitolo a parte quello per le funzioni non tariffabili, i compensi extra da assegnare agli ospedali pubblici e privati per le attività di eccellenza. Quelle finite al centro degli scandali della Fondazione Maugeri e del san Raffaele. Mantovani ha spiegato che ne sono state mantenute 27, con una previsione di spesa per il 2013 di 979 milioni di euro «equamente divisi tra pubblico e convenzionato». Con Maroni che ha assicurato che «sono stati introdotti criteri al massimo della efficienza e trasparenza, eliminando quelle aree di discrezionalità che possono generare interventi non corretti». Duro il commento del Pd che con il vice presidente del consiglio regionale Sara Valmaggi dice che «sulle funzioni non tariffabili tra Maroni e Formigoni non c'è la discontinuità annunciata. Cambiare due indicatori su 29 e confermare sostanzialmente lo stesso investimento di quasi un miliardo di euro significa non intervenire su quegli spazi di discrezionalità nell'assegnazione delle risorse alle strutture sanitarie private che ha permesso pesanti episodi di malaffare». Per Mantovani sono stati «applicati la quota e i criteri fissati dal ministero» per la riabilitazione complessa e «reintrodotti i fondi tolti alla ricerca». Altri 22,3 milioni di euro. «L'altra funzione sulla quale siamo intervenuti è quella della riabilitazione ad alta intensità.

Non ci sarà più discrezionalità nell'attribuzione delle risorse: si applicheranno i parametri tariffari previsti dalla Tariffa unica convenzionale».

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