Le tute bianche traspiranti sono ben piegate negli armadietti, i locali sono isolati e utilizzabili per qualsiasi evenienza. All'ospedale Sacco l'area ebola, allestita nell'ala destra del Pronto soccorso, resta lì, intonsa e blindatissima. E anche ora che in ospedale ci sarebbe bisogno di posti letto il più per il boom dei casi di influenza, quel reparto speciale non si tocca, quei 17 letti restano liberi, immacolati per qualsiasi sos. A prevederlo è il protocollo contro il bioterrorismo. E il Sacco rispetta alla lettera l'impegno. Rappresenta infatti, assieme all'ospedale Spallanzani di Roma, il punto di riferimento per fronteggiare l'emergenza ebola e sarà pronto per qualsiasi altro piano di emergenza, soprattutto durante Expo. «Abbiamo svolto esercitazioni con il personale fino a dicembre - spiega Claudia Balotta, infettivologa - ma gli ultimi rapporti sull'ebola stabilizzano il livello di allerta. Noi, in ogni caso, siamo pronti».
Mentre l'allarme ebola si placa, i medici di Infettivologia fanno notare come siano altre le emergenze quotidiane a dover preoccupare davvero. Prima fra tutte quella dell'Hiv. Non se ne parla più ma continua a esistere e a riempire i reparti. «Noi al Sacco - spiega la Balotta - registriamo 150 casi nuovi all'anno. Ogni fine estate arriviamo a registrare perfino il doppio dei casi della media dell'anno». Un'emorragia a cui non si riesce a mettere un tampone definitivo. Ed è quella che spaventa davvero, non la gestione di casi straordinari di ebola. «I giovani non hanno più la percezione del pericolo» spiega l'infettivologa pensando ai comportamenti sessuali degli adolescenti e alle campagne di prevenzione inascoltate.
Tuttavia non ci si arrende e si continua a fare informazione. I medici del Sacco sostengono infatti la battaglia portata avanti da Mauro Moroni e dall'associazione Anlaids e prenderanno parte attiva per promuovere la nuova edizione di Bonsai Aid Aids. Nel fine settimana di Pasqua nelle piazze di Milano e delle città italiane verranno vendute le piante della solidarietà in un'operazione di sensibilizzazione che va avanti dal 1993.
Si cerca in questo modo di diffondere la cultura del test. E si ricorderà ancora una volta ai giovani dove poter effettuare i controlli: oltre che all'ospedale Sacco (ogni mattina dalle 7 alle 9,30, presentandosi con la carta dei servizi), ci si può recare al centro di via Pace (con carta regionale dei servizi), alla Asl di viale Jenner (in forma anonima), all'ospedale San Paolo (in forma anonima), al San Luigi (a pagamento, con carta regionale dei servizi).
Per chi ha paura degli aghi o per qualsiasi motivo non vuole fare il test tramite il
prelievo di sangue, può effettuare il test salivare. L'esito arriverà in soli venti minuti. Ci si può recare anche alla Asa onlus o chiedere informazioni all'ospedale San Raffaele, il primo ad aver diffuso il test sulla saliva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.