Coronavirus

Un altro ospedale a Bergamo grazie a donazioni e volontari

Pronta in soli 8 giorni la nuova struttura da 140 posti allestita in tempi record da alpini e artigiani locali

Un altro ospedale a Bergamo grazie a donazioni e volontari

Un ospedale con 142 posti allestito in tempi record e senza spendere un euro. Il primo giorno in cui se ne è parlato era il 17 marzo, ieri è stato consegnato. «Un lavoro fantastico. Qui c'è proprio il Dna lombardo e bergamasco» dice Pietro Foroni tornando da Bergamo, dove si è compiuto quello che da assessore alla Protezione civile chiama un «piccolo grande miracolo che poteva avvenire solo qui». L'ospedale alla Fiera di Bergamo, con 74 posti di terapia intensiva e post-intensiva, è stato costruito dal nulla in 8 giorni effettivi. «E senza un euro di spese a carico della collettività», sottolinea. Il tutto è frutto di donazioni private. Ed è opera degli alpini e del lavoro messo a disposizione gratuitamente dagli artigiani locali. Ma quando si tratta di costruire qualcosa, si sa, i bergamaschi sono impareggiabili. La «chiamata» è arrivata lunedì 23 marzo via mail a Confartigianato Imprese Bergamo: «Abbiamo bisogno di 12 tra posatori di pareti e imbianchini per rispettare i tempi di apertura dell'ospedale da campo alla Fiera di Bergamo», ha scritto Antonio Tonarelli, direttore logistico dell'ospedale da campo della dell'Associazione nazionale alpini. La risposta non si è fatta attendere. La mattina dopo, in cantiere c'erano 250 artigiani: muratori, carpentieri, cartongessisti, imbianchini, idraulici, impiantisti tecnici del gas ed elettricisti specializzati. In tutto più di 16mila ore di lavoro di 250 artigiani specializzati, per aprire l'ospedale che darà una boccata di ossigeno ai presidi ormai al collasso.

I primi pazienti potrebbero arrivare nel week-end ma l'opera è finita. «Mancano solo i ventilatori - spiega Foroni - devono arrivare dalla Cina ma a montarli servono poche ore». Ieri, insieme a Foroni, il governatore Attilio Fontana ha fatto un sopralluogo a Bergamo. La struttura degli alpini sarà gestita dall'azienda ospedaliera Papa Giovanni, e servirà innanzitutto ad alleggerire la pressione sull'ospedale cittadino e su quello della Val Seriana. Proprio ieri - l'ha reso noto l'esercito tedesco - sei pazienti sono stati trasferiti da Bergamo a Colonia, a bordo di un aereo militare.

Ora c'è, alle porte di Bergamo, la città più colpita, un ospedale vero e proprio, che darà una grossa mano alla città, poi alla regione e potenzialmente non solo. «L'opera - per Foroni - è figlia dello stesso schema di quella realizzata a Milano, il risultato è molto simile, anche se questo ha un'impostazione più da struttura sanitaria militare. Ma è un ospedale vero e proprio. Con il Pronto soccorso, la Tac, tutto smontabile e riutilizzabile. Ed è motivo di soddisfazione il fatto che il progetto sia stato richiesto dall'Organizzazione mondiale della sanità come esempio anche per gli altri Stati. È davvero un piccolo miracolo, in cui c'è molto dna della Lombardia, solo chi ha dentro questo dna poteva farlo.

Per questo devo ringraziare tutte queste persone che hanno lavorato, le imprese piccole e medie, gli artigiani, e gli alpini, che fanno parte della protezione civile regionale».

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