Come promesso. Garantita la fascia protetta (dalle 6 alle 9 del mattino e dalle 18 alle 21 di sera), poi i macchinisti di Trenord aderenti all'Orsa hanno incrociato le braccia. L'adesione è stata massiccia, il 90 per cento del personale non ha lavorato. Sono stati appena 719 su oltre duemila ieri i treni che hanno viaggiato, mettendo a dura prova la vita dei pendolari. Questa volta infatti la modalità dello sciopero è stata più dura del solito. Era infatti previsto non solo il blocco dei treni con partenza prevista tra le 9 e le 18 ma anche di quelli il cui arrivo era successivo alle 21. Inevitabili dunque rallentamenti e disagi anche durante la fascia protetta della serata. «I treni partiti devono giungere a destinazione - non si può abbandonare a metà strada un pendolare», ha tuonato il Codacons che ha annunciato di segnalare le eventuali violazioni all'Autorità di garanzia per gli scioperi. Solo per il Malpensa express (da e per Milano Cadorna) Trenord ha istituito corse sostitutive con i bus da via Paleocapa con partenza proprio negli stessi orari dei treni.
Lo sciopero è stato indetto dal sindacato Orsa nonostante appena un mese fa fosse stato fatto un passo avanti da parte del nuovo amministratore delegato di Trenord, Luigi Legnani. In occasione dello sciopero proclamato dall'Orsa il 18 gennaio scorso, l'Ad appena insediato aveva ricevuto una delegazione e aveva proposto l'apertura di un tavolo tecnico di confronto, anche se il sindacato non aveva sottoscritto l'accordo contrattuale. Ma dopo una sola riunione l'Or.S.A. ha deciso di non proseguire il confronto, e continuare lo stato di agitazione «ritenendo pregiudiziale a ogni valutazione di merito la questione di principio del referendum sul contratto, che richiede in ogni caso il coinvolgimento di tutte le parti sindacali», come spiega in una nota Trenord. E aggiunge: «In uno scenario nel quale altre opzioni sono possibili, dispiace dover prendere atto della decisione di Or.S.A. di proclamare uno sciopero che inasprisce il conflitto e scarica ulteriori disagi sui cittadini che utilizzano i nostri servizi». Pronta la replica di Adriano Coscia, segretario regionale dell'organizzazione sindacale che chiede all'Ad di essere «convocato veramente e non per finta come scritto dall'azienda sul suo sito». Oggetto del contendere sono le deroghe siglate da tutte le organizzazioni sindacali al contratto nazionale, che l'Orsa chiede siano oggetto di una consultazione tra i lavoratori o, in alternativa, di una «analisi con l'azienda per individuare le criticità e le possibili soluzioni». In cambio l'Orsa si impegna ad una «tregua sindacale» dopo 7 scioperi in 7 mesi. In caso contrario, «se Legnani vuole la conflittualità estrema - spiega Coscia - metteremo in campo altre iniziative oltre allo sciopero, come ad esempio il blocco degli straordinari». Una misura che, tradotta in pratica, con una carenza di personale che Coscia valuta «pari al 20%», potrebbe far tornare il caos come a dicembre, quando ci furono 1.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.