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"Sporco, bambino di m...": le chat dell'orrore. Così le maestre insultavano un alunno

Bullismo e punizioni, tre maestre di Pavia accusate da una loro collega e madre della vittima

"Sporco, bambino di m...": le chat dell'orrore. Così le maestre insultavano un alunno

In una scuola del centro storico di Pavia, una mamma ha denunciato le sue colleghe maestre del figlio per averlo bullizzato e per avergli inflitto gravi punizioni.

Secondo quanto riportato dall'intervista del Corriere Milano, la donna è venuta a sapere casualmente di quell'atteggiamento minatorio, che durava da tempo, grazie alla visione di uno scambio di chat tra alcune insegnanti dello stesso istituto. Il computer utilizzato poco prima dalla collega, infatti, era rimasto aperto, rivelando alla madre della vittima insulti e derisioni nei confronti del figlio. "Pirla", "bambino di m", "sporco": sono solo alcune delle parole offensive usate.

Rimasta pietrificata, la donna ha avuto il sangue freddo di fare degli screen, salvando la prova che incastra le docenti. "Verso la fine di febbraio una collega mi ha chiesto di dare un'occhiata a un computer perché stava dando dei problemi - racconta la donna - come spesso accade, si è aperta l'applicazione WhatsApp Web, lasciata attiva. In un gruppo in cui interagivano delle colleghe, ho letto il cognome di mio figlio e ho voluto approfondire. Mi sono pietrificata. Mi è bastato digitare il nome di mio figlio: decine di messaggi, vocali zeppi di insulti da novembre dello scorso anno. Mio figlio descritto come un bambino sporco, che arrivava a scuola senza essere lavato e con gli abiti sudici; un incapace che non riusciva a stare al passo con i compagni e che si limitava a frignare. Sono sconvolta, anche se il sostegno di una psicologa ci sta aiutando a superare la vicenda". Oltre agli insulti, nella chat erano presenti anche delle foto del minorenne seduto in castigo e con lo sguardo basso.

Sono in fase di accertamento le ragioni per cui le insegnanti abbiano agito in questo modo, anche se la madre è convinta che si tratti di vendetta. Infatti qualche mese prima erano sorte delle discussioni con le medesime colleghe: "Ne sono certa. Lo bullizzavano per ripicca" , ha aggiunto la madre della vittima.

Tornando a casa la donna ha parlato della triste vicenda al marito e insieme hanno scelto di

presentare un esposto all'Ufficio scolastico regionale e provinciale, alla dirigente scolastica dell'istituto, al difensore civico di Regione Lombardia e alla diocesi di Pavia. Il Provveditorato ha avviato una verifica interna.

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