Due giorni di «No Expo». Li ha decretati il Cantiere che da un paio di settimane sul suo sito annuncia il programma della manifestazioni: orari e luoghi. Anzi «luogo», vale e dire la Statale. Senza però che nessuno si sia peritato di chiedere al rettore Gianluca Vago il permesso per poter usufruire di questa o quell'aula. Nella giovanile esuberanza, e arroganza, gli antagonisti sono infatti convinti che sarà sufficiente presentarsi, entrare e prendere possesso degli spazi. Bisognerà vedere come la pensa il professor Vago, che potrebbe far trovare davanti all'ingresso le forze dell'ordine. Come del resto ha già fatto.
Dunque tutti in via Festa del Perdono a partire dalle 18 per una grande «festa», giusto perché la politica non è solo fatica. Si inizia con una rappresentazione teatrale tratta da «Furore» di John Steinbeck e si prosegue alle 20 con Aperitivo coi prodotti bio. Alle 21 intervento dei «Sentinelli in piedi», contrapposti alle «Sentinelle» in difesa della famiglia tradizionale, anche per preparare la contestazione al convegno «omofobo» patrocinato dalla Regione. Infine una serie di «band» allieteranno i presenti fino a notte fonda. Ma non troppo perché alle 11 iniziano una paio di seminari che proseguiranno fino alle 15 quando finalmente si aprirà l'assemblea nazionale «Verso il 1° Maggio» tutta dedicata ai temi «Non Expo».
Fin qui programma e intenzioni degli antagonisti. Che si scontrano però con un dettaglio forse non proprio secondario. Come detto nessuna richiesta è arrivata in rettorato, almeno, fino a ieri pomeriggio, per chiedere di poter usufruire di qualche aula in particolare. L'intenzione degli organizzatori, par di capire, è quello di presentarsi sabato alle 18, belli come il sole, e prendere possesso degli spazi che riterranno opportuni senza tanto formalizzarsi su dettagli «borghesi» come fare una richiesta.
Difficile a questo punto prevedere cosa accadrà. Dalla Statale fanno sapere che il rettore Gianluca Vago è «in contatto con il questore» per decidere il da farsi. Dalla questura si replica che la polizia può entrare nelle università solo se chiamata formalmente dal rettorato. Insomma par di capire che al momento nessuno vuole scoprire le carte e che una decisione sul da farsi verrà ufficializzata solo all'ultimo momento. Di sicuro il professor Vago non è un dirigente molto malleabile e disposto a tollerare prepotenze. Che non sono mancate in questi anni come quando un gruppo di anarchici andò a fare 800 fotocopie alla libreria di Comunione e liberazione, pagando poi il conto a sganassoni. O quando gli antagonisti presero stabilmente possesso di un'aula della Statale, trasformandola in una sorta di centro sociale. Senza contare il selvaggio pestaggio nel febbraio 2013 di uno studente di Brera, reo di aver fatto un disegno su un manifesto dei centri sociali. Alla fine, il 13 maggio del 2013, il professor Vago, stanco di subire l'arroganza di uno sparuto numero di antagonisti, per altro quasi nessuno iscritto all'università, chiamò le forze dell'ordine. Finì a randellate e denunce, con sette ragazzi a giudizio per resistenza. Processo che si sta svolgendo proprio in questi giorni tra le intemperanze dei «solidali» che vanno ogni volta a rumoreggiare a palazzo di Giustizia.
La scontro però sembrava aver regolato una volta per tutte la questione, i violenti girarono al largo, cessarono prepotenze e occupazioni. Ma dopo quasi due anni di relativa calma ecco i centri sociali tornare sul sentiero di guerra, un sentiero che coincide con via Festa del Perdono.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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