La giunta gioca la carta dell'ultimatum. «Se il Bilancio di previsione non viene votato entro il 30 ottobre perdiamo cento milioni di opere per la città», lavori come il riordino delle strade per Expo, la demolizione e ricostruzione di una scuola a Niguarda, il restyling del Lirico. Un'emergenza mutui (che non si potrebbero accendere prima del 2014) lanciato due sere fa al tavolo tra sindaco e assessori che non commuove l'opposizione. Anzi. Se possibile la esaspera più di quanto non lo fosse dopo il contingentamento dei tempi in aula fatto scattare a luglio dal presidente del Consiglio Basilio Rizzo sulle nuove tariffe della sosta per il principio dell'urgenza (ma gli aumenti intanto sono slittati a novembre). «Si sono svegliati oggi sul rischio di perdere gli aumenti? - domanda il capogruppo di Fdi Riccardo De Corato - Sembra il solito metodo Rizzo per toglierci un'altra volta la parola, ma sono mesi che sollecitiamo la giunta a portare in aula i conti, come hanno fatto altri grandi Comuni». Quindi: «Se non arriva un parere vincolante della segreteria generale, non si azzardino a contingentare la discussione, presenteremo tutti gli emendamenti del caso». Palazzo Marino ha rinviato da giugno la discussione del preventivo, procedendo con la spesa in dodicesimi e aspettando lumi dal governo sulle coperture Imu e fondi di solidarietà. Secondo il consigliere di Forza Italia Fabrizio De Pasquale, nient'altro che un trucchetto «per scaricare le colpe e l'impopolarità degli aumenti, decisi da Pisapia fin dalla primavera, sullo Stato. Se avessimo votato il preventivo già a febbraio, modificandolo in base ai trasferimenti romani in sede di assestamento, le opere pubbliche sarebbero partite a giugno. Invece nell'ipotesi migliore i cantieri si vedranno da primavera 2014. Noi del centrodestra lo abbiamo chiesto fin dall'inizio, siamo appesi a 200 milioni di Imu su un Bilancio da 3 miliardi».
Nel resto d'Italia non sono rimasti con le mani in mano aspettando soldi che (forse) non arriveranno mai da Roma. Pisapia poteva prendere esempio da altri colleghi del centrosinistra. Il Comune di Genova, per dire, ha approvato i conti e sbloccato gli investimenti per le opere già dal 2 agosto, lo stesso ha fatto il consiglio comunale Bologna, addirittura il 20 giugno, Matteo Renzi a Firenze può spendere i fondi senza vincoli dal 26 luglio, anche Napoli il 18 settembre ha battuto Milano. L'assessore al Bilancio Francesca Balzani ipotizza che i conti sbarcheranno in aula lunedì 14 ottobre. Dopo la fiducia al premier Letta a Roma e «fiduciosa che si rafforzino le garanzie date nei mesi scorsi sui trasferimenti del Fondo di solidarietà», una partita da 38 milioni per Milano, e «sulle coperture dell'Imu».
Dal capogruppo di Forza Italia Alan Rizzi al radicale Marco Cappato fino al centrista Manfredi Palmeri, per evitare un bis nel 2014 è arrivata ieri la richiesta di «iniziare a discutere al più presto sul preventivo del prossimo anno, già ora il nostro ruolo è stato esautorato, ci troviamo a varare una manovra di spese decise in totale autonomia dalla giunta». Ieri sotto la lente della Commissione la «short list» di spese per gli ultimi tre mesi, dai 97mila euro per l'accoglienza gli agli immigrati agli 8.
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