Armani-Pisapia, patto per Milano

Armani-Pisapia, patto per Milano

Re Giorgio fa pace con Milano? Per anni ha descritto la passeggiata tra piazza Duomo e la Galleria come un suk. Ancora lo scorso giugno ha fatto infuriare la giunta Pisapia per l'ennesima stroncatura. Armani disse che Roma «è più pulita», sotto la Madonnina imperversano i graffiti, le insegne al neon sono brutte e invadenti, le aiuole tristi, «mi piacerebbe venire più spesso nella Capitale - aveva confessato -, ma non lo faccio perché poi aumenta il mio dispiacere di tornare a Milano e vedere com'è ridotta». Il suo ingresso alla Scala è stata la vera sorpresa della Prima. Lo stilista si è rivisto dopo 13 anni di assenza («ero venuto nel 2000 con Sofia Loren» ha ricordato). «Era da molto che non facevo social a Milano» ha ammesso. Ed è stata una doppia festa, visto che ha scelto il giorno di Sant'Ambrogio anche per inaugurare la nuova boutique di accessori in Galleria: «Nel mio piccolo, faccio qualcosa per la città». Un contributo di stile, per attenuare l'effetto suk? In realtà, potrebbe arrivare anche quello economico, per la manutenzione del Salotto. Armani, che dopo anni di polemiche ha appena annunciato un'altra svolta, l'ingresso nella Camera nazionale della moda, all'uscita dalla Scala ha anticipato che vedrà oggi il sindaco Giuliano Pisapia. Un incontro riservato, non si terrà a Palazzo Marino. Tra i temi certamente l'accordo tra Comune e la griffe per il nuovo Palalido. Il contratto è stato ridiscusso, giorni fa le ultime limature. Re Giorgio, patron dell'Olimpia Basket, dovrebbe versare 2,4 milioni all'anno fino al 2017 per utilizzare il palazzetto a forma di astronave in ri-costruzione in piazzale Stuparich per allenamenti e stagioni del basket. Circa la metà (300mila euro all'anno) riguarderebbe il «naming», ovvero il nome PalaArmani sull'impianto. Ma Pisapia secondo indiscrezioni dovrebbe affrontare con Armani anche il tema dei lavori di manutenzione della Galleria. Si parla da mesi dell'ipotesi di istituire una sorta di «spesa condominiale» a carico degli inquilini di prestigio. Al fondo potrebbe aderire Prada, che da luglio ha raddoppiato la presenza sull'Ottagono, oltre alla boutique storica ha inaugurato il primo megastore negli ex locali di McDonald's. Il contributo di Armani potrebbe smussare le polemiche sollevate sia dal centrodestra sia a sinistra dal presidente dell'aula Basilio Rizzo all'annuncio del suo ingresso: la griffe è subentrata a Zadi Camicie e Cravatte Andrew's Ties con la cessione di ramo d'azienda, Zadi ha traslocato di fronte (al posto di Fans Official Shop) ed entrambi hanno chiesto il cambio di destinazione d'uso. Armani versò 7 milioni a Zadi, il Comune ci guadagna «solo» il raddoppio dell'affitto. Le polemiche avevano bloccato l'operazione analoga in corso ad aprile tra Versace e la storica argenteria Bernasconi, pronta a cedere lo spazio con una «buonuscita» di 15 milioni.

Sorpresa: la società ha fatto ricorso al Tar per ottenere la «declaratoria di illegittimità del silenzio serbato dal Comune» sull'accordo. Lo stop del Comune è stato solo verbale, insomma. L'arrivo di Versace in Galleria sembra ormai certo, la giunta starebbe trattando una maggiore entrata, sotto forma di quelle famose «spese condominiali».

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