Arrestati dopo il selfie da Gomorra

A Scampia per la foto in posa da boss. Tra Rho e Varese rapinavano sui treni

Antonio Ruzzo

«E' assurdo pensare che Gomorra sia solo un luogo geografico...Gomorra è un luogo della coscienza con cui fare i conti. Gomorra è in ogni angolo del mondo...». Così, tempo fa, raccontavano commentando la serie televisiva tratta dal best seller di Roberto Saviano alcuni protagonisti al Giffoni Experience. Ma Ciro, Genny Savastano, Imma, Salvatore Conte che personaggi sono? Eroi negativi che fanno riflettere, eroi negativi o solo eroi che magari qualcuno prova anche ad emulare? Perchè, se è vero che un po' di Gomorra è in ogni angolo del mondo, è anche vero che c'è una Gomorra dove Napoli e la Camorra sono più Gomorra che altrove: da Scampia alle strade che Cercola e Volla portano alle tangenziali, da Poggioreale a Ponticelli, ai bipiani delle abitazioni costruite per i terremotati del terremoto dell'Irpinia. C'è una Gomorra che smuove la fantasia di chi vive border line, di chi ha deciso che quel mondo fatto di attori, di regie, di sceneggiature e di immagini che la tv incolla in un racconto molto vicino alla realtà, possa diventare davvero una realtà da vivere in prima persona. Quella in cui riconoscersi e farsi riconoscere nella mania di un'epoca che fissa come reale solo ciò che in realtà può apparire. Soprattutto sui social. Ed è così allora che due mondi apparentemente simili ma in realtà distantissimi e senza nessuna possibilità di entrare in contatto, un contatto possano trovarlo con un «selfie» che diventa il trait-d'union capace di trasformare la mediocrità di una vita sbandata nell'illusione di un'esistenza da prima pagina. Basta un clic. Basta e avanza, perchè due pluripregiudicati di 19 e 21 anni s'illudano di poter trasformare la loro già lunga lista di piccoli reati alle spalle, nel curriculum di valore dei balordi che contano davvero. Un po' di foto, ispirandosi ai camorristi della fiction, con le «Vele» di Scampia sullo sfondo, con le armi giocattolo in pugno da pubblicare poi sui profili dei social, per gioco ma forse anche un po sul serio. Ma non è una fiction. I Carabinieri della Compagnia di Rho li riconoscono. Sono gli stessi che hanno messo a segno una serie di rapine e scippi sui treni e nelle vicinanze delle stazioni ferroviarie del Rhodense e del Varesotto con il bottino che serviva per comprare cocaina dai pusher del parco delle Groane.

Le vittime sono per lo più minorenni o giovanissimi a cui portavano via portafogli e smartphone, puntando un coltello alla gola. Sei, sette agguati, una decina di passeggeri assaliti ma altri ce ne potrebbero essere. Si vedrà nei prossimi giorni, perchè qui non è come in tv dove ad un certo punto scorrono i titoli di coda.

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