Sabrina Cottone
È un funerale e anche un po' un musical, sia pur nel rispetto delle rigorose norme liturgiche che regolano le cerimonie religiose in Duomo. Scorre la colonna sonora della vita di don Aldo Geranzani, tra le musiche dell'abbazia benedettina di Montserrat e i canti dei ragazzi del San Carlo, la scuola di cui è stato rettore dal 1990 fino all'ultimo respiro, la sera del 30 gennaio scorso. Suona l'organo Alberto Meloni, il professore di musica che ha diretto i sancarlini in «Bianca come il latte, rossa come il sangue», spettacolo tratto dal libro di Alessandro D'Avenia, uno dei più giovani simboli dell'antico Collegio milanese.
Lui, il «Prof2punto0», ha affidato il suo ricordo a una lettera su Avvenire e si è nascosto tra gli ultimi banchi della cattedrale. «Caro don Aldo - scrive tra le tante cose D'Avenia -, tutto hai fatto per quei bambini, che poi diventano ragazzi, che poi diventano uomini e donne: tutti tuoi figli spirituali. L'ho letto nei volti dei miei alunni il giorno dopo, soprattutto alcuni di loro, tristi come se avessero perso un familiare, altro che il rettore di una scuola così affollata. Li conoscevi tutti, uno per uno».
E loro sono venuti uno per uno, molti con i genitori, e tutti i professori, a riempire il Duomo. Una folla di giovani che nasconde i volti noti. Ci sono il vicepresidente del Milan Adriano Galliani con il figlio, l'ex calciatore Demetrio Albertini, l'editore Urbano Cairo con la moglie e i quattro figli, l'ad di Banzai, Pietro Scott Jovane, la vicesindaco Anna Scavuzzo, l'assessore Carmela Rozza, politici come Fabio Pizzul, Enrico Marcora, Manfredi Palmeri, Filippo Jarach e Francesco Vassallo, il sindaco di Bollate, dove don Aldo era nato 71 anni fa. Rose bianche ovunque, sulla bara appoggiata direttamente in terra, more nobilium, sull'altare e nelle corone che decorano l'esterno del Duomo.
«Questo è stato don Aldo: prima di tutto un prete» lo ricorda Mario Delpini, il vicario generale che presiede le esequie concelebrate da cinquantaquattro sacerdoti tra i quali quattro vescovi. «Ci ha lasciati un grande educatore» dice il messaggio dell'arcivescovo, il cardinale Angelo Scola. Uno scritto del cardinale Gianfranco Ravasi ricorda il loro legame e i tanti inviti che don Aldo, allora prof di religione al Parini, rivolgeva al biblista e prefetto dell'Ambrosiana. Si aspetta invano un intervento di don Antonio Mazzi.
L'ultimo saluto è affidato a padre Sergio Formenti, convento di Santa Maria delle Grazie, padre spirituale del San Carlo, che singhiozza e fa singhiozzare parlando dell'amico con cui ha condiviso tanti anni di vita. «Mi sembra ieri - racconta - quando mi dissero: guarda che il cardinal Martini cambia il rettore e sei arrivato tu in bicicletta da Chiesa Rossa. Hai avuto momenti non facili. Ho conosciuto le tue lacrime quando vedevano in te un manager».
Come se le capacità imprenditoriali che lo hanno aiutato a guidare il San Carlo nel futuro potessero offuscare quel che profondamente si sentiva, «un prete che ha vissuto da prete». E se qualcuno avesse avuto qualche dubbio, bastava uno sguardo ieri tra queste navate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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