Arrivano le quote rosa per le tombe

L'assessore D'Alfonso: non c'è parità di genere al Famedio

Arrivano le quote rosa per le tombe

Ci mancavano le quote rosa anche sui loculi. Lo diciamo, noi e lo scrive testuale il consigliere Fdi Riccardo De Corato, che in dieci anni da vicesindaco prima della giunta Pisapia non ha mai pensato di arrivare a tanto. Ma l'assessore ai Servizi civici Franco D'Alfonso, dopo il divieto (poi ritirato) di consumare gelati dopo la mezzanotte o l'idea di cambiare nome alla Galleria e corso Vittorio Emanuele perchè ci sono «troppe strade intitolate ai re» ne ha pensata un'altra: vuole introdurre la parità di genere al Famedio. Mentre il suo nuovo regolamento sulle feste di via e la delibera sulla Cosap sono state congelate sine die dal consiglio comunale, D'Alfonso si concentra sull'enorme divario tra gli emeriti tumulati nel Pantheon della città al Cimitero Monumentale: «Su 71, le donne presenti sono solo nove, e sono 43 sui 430 iscritti tra i Grandi milanesi». L'assessore intende rimediare. «Alla luce di questa situazione - fa sapere infatti Palazzo Marino - il Comitato Brand Milano, d'intesa con la Delegata alle Pari Opportunità del Comune Francesca Zajczyk, informata la giunta e l'assessore competente Franco D'Alfonso, intende adoperarsi per individuare una procedura che consenta di colmare questo anacronistico divario». «Se si pensa ai nomi di Maria Montessori, Alessandra Ravizza, Antonia Pozzi, Maria Maddalena Rossi, solo per fare qualche esempio, si coglie il senso di questa riparazione - afferma l'assessore -. All'interno del Famedio vi è certamente equilibrio tra nativi e adottivi milanesi che è caratteristica storica del processo di integrazione e ibridazione della città, ma non vi è certamente parità di genere tra uomini e donne, pur in presenza di una storia sociale e civile in cui le donne sono state storicamente protagoniste».

Nelle prossime settimane presenterà dunque alla Commissione per le Onoranze al Famedio, presieduta dal Presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo, un elenco significativo di figure femminili scomparse in età contemporanea che hanno contribuito allo sviluppo virtuoso della comunità e della città.

Per De Corato si tratta di «una cosa offensiva per le stesse donne, che non hanno bisogno di documenti e scartoffie per emergere. Cerchiamo di evitare di renderci ridicoli assegnando d'ufficio le quote rosa sui morti».

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