Cronaca locale

Arte, shopping e fontane Milano (vuota) sfida l'afa

Una città semideserta per la prima rovente domenica d'estate Chi è rimasto ha scelto musei e negozi in centro. Cercando refrigerio

Prove tecniche di deserto agostano. La prima domenica di luglio - cioè ieri - va in archivio con le stesse caratteristiche che spettano alla prima del mese consacrato alle ferie per antonomasia. Milano si svuota, complice un caldo asfissiante, cui nessuno era più abituato. Perché un anno fa sembrava di essere a novembre. Piogge a go-go e cielo grigio. L'agosto che seguì fu addirittura freddo. E qualcuno a Ferragosto non si vergognò di farsi la polenta. Morale, sono due anni che di questi tempi non si muore di caldo e l'afa a luglio finisce per far notizia a dispetto della logica.

Ma tant'è. Condizionatori a palla ancora fino a giovedì perché i soloni del meteo dicono che oggi, domani e mercoledì si suderà senza sosta. E l'aria sarà pigra a muoversi, nonostante qualche temporale sparso è preannunciato già da stasera. Acqua avvelenata, però. Di quella che invece del refrigerio aumenta l'umidità. Così, per non saper né leggere né scrivere, in molti se ne sono andati. Via Senato aveva l'aspetto di un agosto qualsiasi. E in via Pontaccio la scena era identica. Come in piazza San Marco. In via Santa Sofia. In via Manzoni. In corso San Gottardo. Insomma, il centro più centro che c'è. E allora, i milanesi dove diavolo sono andati a cacciarsi...

C'è chi ha scelto l'arte, unendo l'utile al dilettevole. Anzichè morire di caldo a casa o chissà dove, meglio l'aria condizionata di un museo. Per di più gratuito. Ieri - prima domenica del mese - le sale cittadine erano a ingresso libero. Quindi addio 40 gradi e benevenuto svago culturale che permette di ammirare capolavori come la Pietà Rondanini o i dipinti di Brera e dell'Ambrosiana offrendo un pomeriggio fresco con arricchimento artistico ed estetico assicurato. Tutt'altro che fitte le code per entrare, a causa dell'esodo dei vacanzieri del week end e città a misura d'uomo.

Per i forzati dello shopping invece la meta erano i negozi. Già perché a dispetto di tutto c'è chi - in clima di Expo - ha abolito la serrata domenicale. Corso Buenos Aires ha dato il buon esempio con la Notte bianca di sabato sera che ha festeggiato la stagione dei saldi e nel vortice dell'acquisto conveniente sono finiti in molti. Chi lo ha trovato è tornato a casa soddisfatto, chi è rimasto deluso non si è rassegnato. Nessuna resa e l'appuntamento con l'«affare d'oro» è solo rinviato. Così, appendice di shopping in una domenica calda, ma senza calca.

Chi invece cercava soltanto relax ha scelto gli specchi d'acqua cittadini. Ovvero le fontane, visto che nel Naviglio non è consigliabile buttarsi. A piedi nudi nella «Torta di spôs» erano in molti a gustarsi qualche grado in meno con abbassando la temperatura di tutto il corpo. Scena simile a San Babila. E zampe a penzoloni anche sulla riva della Darsena dove sabato sera in molti hanno bevuto litri di birra. Trepidato. Amoreggiato. Giocato. Scherzato. Mentre sul maxischermo Leo «la pulce» Messi perdeva un altro trofeo internazionale con l'Argentina. Per la gioia dei molti cileni assiepati su viale D'Annunzio e scorno dei fan dell'albiceleste dal lato di via Gorizia. Ieri sera, cambio di scenario. Il bacino milanese ha accolto i Subsonica gruppo rock torinese che ha fatto cantare i ragazzi.

L'unica a non essersene andata tra sabato e domenica era la birra.

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