Da Artioli a Zecchi ecco la squadra che «corre» con Parisi

Nella lista civica non c'è più Daverio Porta Nuova, Albertini sbugiarda il Pd e rivela un sms ricevuto da Librandi

Chiara Campo

C'è il filosofo Stefano Zecchi che gira al «futuro sindaco» una richiesta di suo figlio, realizzare «una Disneyland sulle ex aree Expo». Più che un sogno, precisa di essersi «già informato, sarebbe a costo zero per il Comune e genererebbe profitti». É stato ex assessore alla Cultura durante la giunta Albertini e da ieri è candidato nella lista civica di Stefano Parisi «Io corro per Milano» che - guarda un pò - è guidata dall'ex sindaco, in ticket con Manfredi Palmeri. C'è la giovane Viola Scarselli che vuole essere portavoce degli universitari su tre problemi: «Affitti troppo alti, trasporti e borse di studio adeguate». Tra i 48 nomi della prima lista completa presentata agli elettori ieri sul palco del teatro Parenti c'è Raffaele Grassi, presidente del Satam (sindacato dei tassisti) ma anche consigliere di maggioranza nei 5 anni di gestione Pisapia, è entrato con l'Idv ne esce più deluso di altri e passa con il centrodestra. Ancora: ci sono l'ex sovrintendente Alberto Artioli, l'ex provveditore degli studi Francesco De Sanctis, i sindacalisti Rosanna Favulli e Franco Seminara, il vicedirettore di Panorama Maurizio Tortorella, il presidente dell'Amicizia ebraico-cristiana di Milano Yoram Ortona, Marian Scandroglio originaria della Costa d'Avorio e fondatrice della società «Progetto il Ponte», il «re» dei fornai Cesare Marinoni. Manca il critico d'arte Philippe Daverio, annunciato giorni fa, anche se Parisi ieri ha precisato che «ha fatto tutto da solo, si è prima candidato e poi scandidato».

Sul palco è quasi uno show a due voci, accanto a Parisi per tutto il tempo c'è Corrado Passera che ha ritirato la candidatura a sindaco per rafforzare il manager del centrodestra ma ha preteso che la lista civica diventasse un mix tra la sua «Milano Unica» e quella di Parisi. E l'ex ministro guarda più avanti, «ho fatto un passo apparentemente indietro per fare due passi avanti, questa lista che offre uno spazio politico per il civismo liberale può dare da Milano un segnale nazionale con effetti pazzeschi, sarà un modello per il Paese». Accolto sul palco con grandi applausi l'ex sindaco Albertini che cita Lawrence d'Arabia e Ennio Flaiano, quest'ultimo perchè «scrisse che gli italiani corrono quasi sempre in soccorso dei vincitori». Gli serve a introdurre il racconto su un sms «ricevuto giorni fa da un imprenditore qualificato», più vicino alla coalizione dello sfidante del Pd Beppe Sala, «uno che ha accesso ai sondaggi veri, mi ha dato un consiglio per recuperare una persona rifiutata dalla sinistra-sinistra (il vicepresidente della Compagnia delle Opre Massimo Ferlini che doveva candidarsi nella lista di Beppe Sala, ndr) e si offriva lui stesso di supporto a Parisi». Non va oltre. Ma il protagonista del messaggio è Gianfranco Librandi, l'onorevole di Scelta civica che nei giorni scorsi si diceva potesse costruire una quinta lista in appoggio a Sala, un'ipotesi scartata ieri (sarà un caso?) dallo stesso Sala. Nel suo show Albertini sbugiarda il Pd che nei manifesti elettorali mostra i grattacieli di Porta Nuova come un risultato di questa giunta mentre «il capo di gabinetto di Pisapia, allora esponente dei Verdi-talebani con Milly Moratti e altri, veniva sui cantieri con i cantieri sociali per bloccare il progetto». La sua giunta invece aveva «attratto a Milano oltre 30 miliardi di investimenti dal mondo e senza nessun avviso di garanzia».

Parisi promette «tre campus universitari», servizi gestiti dai privati dove è possibile per migliorarli,«a partire dagli asili». A Matteo Renzi ribadisce: «Le sue visite da premier siano istituzionalmente corrette e non spot elettorali».

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