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Asilo Mariuccia, 117 anni di welfare ambrosiano

All'Istituto dei ciechi è stato celebrato lo storico ente che assiste l'infanzia e le ragazze madri

Marta Calcagno Baldini

«Non ci possono essere azioni senza relazioni. Non ci può essere pluralità senza coralità»: è il motto dell'anno 2019/20 dell'Asilo Mariuccia, il 117° da quando Ersilia Bronzini Majno, una delle protagoniste dell'emancipazione femminile di fine Ottocento, nel 1902, dopo il trauma subito per la morte della figlia Mariuccia, fondò a Milano un istituto dedicato alla bambina persa per il recupero delle adolescenti vittime di violenze sessuali o già avviate sulla strada della prostituzione. Più di un secolo di esistenza per un'istituzione meneghina che tutt'oggi si occupa del reinserimento sociale attraverso la formazione e il lavoro di donne madri e dei rispettivi bambini, e un nuovo anno che inizia, come recita il motto, con un invito al dialogo, alla relazione, ad instaurare nuovi rapporti anche con altri enti e istituzioni, pubbliche e private, che si occupano di giustizia e educazione. Invito che viene accolto con entusiasmo, come ha dimostrato la sala Barozzi dell'Istituto dei Ciechi in via Vivaio 7, gremita di persone in occasione del 177° anniversario dell'Asilo. Dopo il concerto dei ragazzi dell'Orchestra Giovanile Pepita, con vari interventi si sono posti i presupposti che guideranno l'anno a venire. In sala sedeva anche Mario Furlan, fondatore dei City Angels, e i volontari con indosso le sue giubbe rosse svolgevano servizio di accoglienza e sicurezza. Proprio con i City Angels la Fondazione Asilo Mariuccia ha stretto un Atto di gemellaggio che è stato siglato venerdì. E non solo con loro: a partire dallo stesso Istituto dei Ciechi, ora sono in contatto reciproco anche la Società Umanitaria, l'Associazione Pane Quotidiano, la Croce Rossa, il Villaggio della madre e del fanciullo, oltre alla Fondazione Don Carlo Gnocchi, AGB-Associazione Gruppo di Betania e l'Associazione Caf-La Coordata Cooperativa Sociale. Insomma, una stretta di mano tra «istituzioni milanesi che hanno in comune la missione all'aiuto sollecito, alla collaborazione generosa». E non è tutto. A firmare in questo caso non un gemellaggio, ma un «protocollo d'intesa» con l'Asilo Mariuccia è stata anche l'Associazione Nazionale Carabinieri Ispettorato Lombardia, che d'ora in poi ne «diventerà partner condividendone gli scopi, impegnandosi per il Bene Comune e la dignità della persona». Al punto che ora, grazie all'esperienza che l'Asilo ha maturato nella progettazione di luoghi che hanno un impatto psicologico positivo, caldo, accogliente e che favoreggiano il dialogo, è già al lavoro con l'Arma dei Carabinieri per la progettazione di una caserma.

Insomma, all'Asilo Mariuccia la parola chiave è modernità, come allegro è il nuovo calendario 2020 a firma, dal 2015, dell'artista Fabio Sironi, presentato anch'esso venerdì 8: «Quest'anno mi sono lasciato ispirare dal tema del West- dice al Giornale-. Perché dev'essere un calendario simpatico, colorato, divertente, che entri nelle case con allegria».

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