Metti il sole sotto un tendone da circo e le sorprese sono garantite. Quella di quest'anno si chiama Alessandra Gonzales, ha ventisei anni, è nata e cresciuta a Roma ed è per metà italiana (da parte di mamma; il papà è un cantante messicano). È lei a interpretare Zoé, la bambina dallo sguardo incantato protagonista di «Quidam», l'affascinante spettacolo del Cirque du Soleil che sbarca oggi al Forum di Assago (repliche fino a domenica). E sarà l'unica dei cinquanta artisti del cast a tenere alto il vessillo tricolore in una Milano in cui il Cirque torna un anno dopo il successo di «Dralion».
Titolo dal sapore arcaico e latineggiante, uso imponente della musica, degli effetti speciali e della tecnologia, «Quidam» andò in scena per la prima volta negli anni Novanta, e da allora è stato visto e apprezzato da milioni di spettatori in tutto il mondo. Lo show, scritto e diretto da Franco Dragone con coreografie di Debra Brown, ha una trama esile in cui, come perle, si incastonano una dopo l'altra le acrobazie, le danze e le evoluzioni degli artisti: ignorata dai genitori, sprofondati sulle loro poltrone del salotto, annoiata dalla monotonia di un'esistenza sempre uguale a se stessa, la piccola Zoé ricorda alla lontana la tenera Momo di Michael Ende, e proprio come lei a un certo punto si trova a tu per tu con uno strano personaggio in bombetta. Che però, in questo caso, la salva dalla noia spalancandole davanti agli occhi le porte di un mondo fatto di sogno e magia.
E qui inizia lo show, che ha del miracoloso: tanto che si fatica a capire se gli straordinari numeri che ci sfilano davanti siano frutto di un incredibile talento funambolico, della nostra ingannevole immaginazione o di qualche artificio soprannaturale. Il tempo sembra fermarsi in un'eternità fatata e Zoé, che nella storia si affaccia timidamente al limitare dell'adolescenza, vaga sospesa su un'altissima e sottile altalena mentre ai suoi piedi prende vita l'incanto. E ritrova se stessa, superando d'un balzo l'anonimato (quidam, appunto, nella lingua dei padri sta per «uno qualunque») e l'inaridimento della fantasia. Perché il Cirque du Soleil è soprattutto questo: un invito a lasciarsi alle spalle la normalità e avventurarsi dove tutto appare possibile. Fondato trent'anni fa a Montréal, nel cuore del Canada francofono, da un ex mangiatore di fuoco, il Cirque du Soleil è ormai un brand internazionale, una multinazionale in cui lavorano oltre un migliaio di artisti provenienti da decine di paesi del mondo. In questo momento, una ventina di cast targati Cirque du Soleil sta dando spettacoli a ogni latitudine. Senza perdere, però, l'originaria vocazione del «nouveau cirque»: restituire al circo una dimensione lirica, nel senso più nobile del termine.
Dopo Milano, il Cirque si sposterà a Torino per chiudere, a fine mese, il tour italiano di «Quidam». Ma niente paura: in vista di Expo 2015 sta già lavorando a «Allavita!», uno show che sarà una festa per i cinque sensi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.