Assalto col machete: pene fino a 16 anni

Condannati i latinos che avevano quasi amputato il braccio del capotreno Di Napoli. Tre assolti

Cristina BassiPene fino a sedici anni di carcere. Si chiude con tre condanne e tre assoluzioni il processo di primo grado, con rito abbreviato, per l'aggressione con il machete al capotreno Carlo Di Napoli. Imputati, sei giovani sudamericani che secondo il pm Lucia Minutella e l'aggiunto Alberto Nobili farebbero parte della gang di latinos Ms13. L'accusa era di tentato omicidio ai danni del ferroviere 32enne, cui è quasi stato amputato il braccio sinistro. L'11 giugno scorso alla stazione di Villapizzone era stato picchiato con calci e pugni anche il suo collega Riccardo Magagnin.L'aggressione era nata perché il capotreno aveva chiesto il biglietto agli stranieri. Ieri la sentenza del gup Alfonsa Ferraro. Jackson Lopez Trivino, detto «Peligro», è stato condannato a 16 anni. Josè Ernesto Rosa Martinez, il 19enne salvadoregno che ha materialmente sferrato il colpo di machete e che era difeso dal legale Luigi La Marca, a 14 anni. Mentre Andres Lopez Barraza, detto «Pajaro Loko», a 11 anni e quattro mesi. Sarebbe stato lui a passare l'arma a Rosa Martinez. Lopez Trivino, che ha avuto la pena più pesante, ha sempre negato ogni responsabilità e avrebbe anche aggredito Magagnin. Rosa Martinez invece ha subito confessato - a suo carico c'era un filmato - e ha collaborato alle indagini. Assolti per non aver commesso il fatto gli altri sudamericani, che per l'accusa avevano contribuito a scatenare la rissa e incitato i compagni. Tra loro, Alexis Ernesto Garcia Rojas, «el Cigarrito», difeso dall'avvocato Robert Ranieli. Era stato arrestato insieme ai condannati, è stato scarcerato. Kevin Jeovanni Vasquez Majano e Henry Alexander Cortez Gonzales erano a piede libero. Per i tre il pm aveva chiesto dagli otto agli 11 anni e quattro mesi. A Di Napoli, assistito dal legale Luca Ponzoni, il gup ha riconosciuto una provvisionale di 50mila euro e a Magagnin, assistito dall'avvocato Matteo Calori, di 20mila. Il risarcimento per Trenord, terza parte civile seguita dall'avvocato Massimo Pellicciotta, sarà quantificato in sede civile. Le motivazioni della sentenza saranno note tra 60 giorni. «Le pene sono giuste», ha detto Di Napoli. Soddisfatto per le condanne il suo legale Ponzoni: «Riconoscono la gravità oggettiva delle condotte, vedremo le motivazioni delle assoluzioni». Il capotreno continua la lenta riabilitazione per provare a recuperare l'uso del braccio. «Quando il mio avvocato ha descritto in aula il percorso di operazioni e il dolore mio e dei miei familiari - ha raccontato - ho visto negli occhi degli imputati un segno di pentimento. Lì hanno capito quello che hanno fatto. Spero che in carcere questi ragazzi abbiano un percorso di miglioramento e che non lo facciano mai più».

È intervenuto infine l'assessore regionale alla Mobilità Alessandro Sorte: «Un primo passo è stato fatto. Mi auguro serva da deterrente per i gruppi violenti che operano quotidianamente nelle stazioni e sui treni regionali». Per la sicurezza Trenord sta formando il personale delle guardie giurate.

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