Atm come un bancomat Pisapia: tassa sui rifiuti anche per le strisce blu

La follia della contravvenzione da 1,5 milioni (solo per il 2010) arrivata alla società di trasporti

Antonio Ruzzo

Multe uguale tasse? Alzi la mano chi non lo ha mai pensato. Chi trovandosi la ricevuta di contravvenzione sul parabrezza o una raccomandata nella casella delle lettere non ha mai sospettato che la contravvenzione non fosse, molto spesso, solo un modo per aggiungere tassa ad altre tasse. Certo, basta fare attenzione e non prenderle le multe, dirà qualcuno... Ed è vero, però non è facile. Un esempio, ma ce ne potrebbero essere tanti altri. In questi giorni nelle vie centrali della città i vigili stanno multando a tappeto le moto e gli scooter sui marciapiedi. Giusto, si può fare. Ma sarebbe più giusto farlo se ci fossero ampi posteggi per fermarsi che nessuno utilizza. Che invece non ci sono. E allora la multa è quasi obbligata e fa cassa. Diventa una tassa, una delle voci importanti nel bilancio di un Comune. L'anno scorso Palazzo Marino ha incassato più di 188 milioni dalle multe, 51 milioni in più rispetto al 2014, un introito di circa 516 mila euro al giorno, e cioè 21.500 euro l'ora oppure 358 euro che ogni minuto. Va da sè che a un gruzzolo del genere non si rinuncia tanto facilmente ed infatti negli ultimi anni è andato sempre crescendo. E quando le multe non ci sono bisogna inventarsele. L'ultimo esempio è quello che riguarda Atm, l'azienda dei trasporti milanese, società partecipata del Comune di Milano. Atm gestisce le strisce blu, i posteggi della città. Dalle otto del mattino alle 19 con qualche eccezione chi posteggia paga un ticket che l'azienda incassa. E quindi ne trae un beneficio che poi in realtà e anche beneficio del Comune. Cosi' stupisce che l'azienda di Foro Bonaparte poco tempo fa si sia vista recapitare una multa di un milione e mezzo per non aver pagato lo smaltimento dei rifiuti sui posteggi che ha in concessione. E non finisce qui. Perchè quel verbale riguarda solo il 2010 quindi ne arriveranno altri per gli anni a seguire che, calcolando more, interessi e sanzioni potrebbero fare una cifra che sfiora i 18 milioni. Buttali via... Ma non c'è una delibera che fissi i criteri e infatti non è mai successo. Anche perchè come si fa a decidere chi sporca? Atm dovrebbe rispondere solo nelle ore in cui incassa il ticket, dopo in realtà non sarebbero affari suoi. E poi quando a posteggiare e gettare in strada rifiuti sono i residenti che ne hanno diritto senza pagare pedaggio? Dubbi. Dubbi che potrebbero anche finire in un contenzioso come successe nel 2012 quando l'allora assessore al bilancio Bruno Tabacci notificò all'azienda una cartella di 2,7 milioni di euro per l'Ici arretrata sulla proprietà dei negozi nei mezzanini della metropolitana. Ma è chiaro che è ora la questione diversa. Una decina di giorni fa il presidente e direttore generale di Atm ha annunciato con soddisfazione che nel prossimo bilancio 2015 l'utile dell'azienda potrebbe essere raddoppiato.

E se nel 2014 l'utile Atm ha sfiorato il 5,6 milioni si fa presto a far di conto. Una bella cifra che a Palazzo Marino farebbe comodo e potrebbe anche prendersi. Ma per non farsi dire che tratta le sue partecipate da Bancomat forse è meglio una bella multa.

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