Atm, lo schiaffo dei sindacati «Nessun cambio negli scioperi»

Atm, lo schiaffo dei sindacati «Nessun cambio negli scioperi»

Cambiare le fasce di garanzia? «Non è il momento». I sindacati convocati ieri dal presidente di Atm Bruno Rota hanno risposto picche. Non sono disponibili a modificare in quattro e quattr'otto gli orari fissati dall'accordo del '91. Tutti concordano: va rivista la distribuzione di quelle sei ore spalmate al mattino prima delle otto e al pomeriggio fra le tre e le sei. Così come sono, non rispondano più alle esigenze attuali. Lo ha detto il sindaco. Lo ha ribadito Rota. Lo ammettono anche i sindacati. Ma tra il dire e il fare, in mezzo ce ne passa. «È complicato», spiega Piero Pozzoli che ieri rappresentava la Cisl al tavolo con il presidente dell'Atm. Si riferisce a turni che devono trovare il giusto incastro, di coincidenze con treni e linee interurbane. Ma lì in mezzo ci sta anche il rinnovo del contratto nazionale scaduto dal 2007. E se il sindaco ha parlato di fasce di garanzia con i sindacati, loro di rimbalzo lo hanno coinvolto nella vertenza. «Spero che si trovi una soluzione - aggiunge Pozzoli riferendosi al braccio di ferro in atto - così non sarà necessario il prossimo sciopero». Il problema infatti è dietro l'angolo: 16 novembre. Giornata in cui spiegano «per la prima volta nella storia potremmo fare sciopero mantenendo solo i servizi minimi». Significa senza neppure garantire le fasce ma con un numero limitato di mezzi assicurati. Una prospettiva che preoccupa a più livelli dopo quello che è successo martedì scorso con migliaia di passeggeri lasciati in balia di se stessi nel tunnel della rossa. Ieri mattina intanto c'è stato un altro blocco della linea 1 della metropolitana, durato quattro minuti. Il traffico è stato interrotto, poco dopo le 7.30, per interventi tecnici. Quello che i sindacati non vogliono è proprio questo: che si leghi quello che è successo martedì allo sciopero. «Lo abbiamo già fatto presente anche al sindaco - ha ribadito Enore Facchini, segretario generale della Uil Trasporti Lombardia - Non può passare nell'immaginario collettivo che il caos dell'altro giorno è dovuto alla nostra protesta». E aggiunge: «Può accadere ogni giorno a qualsiasi ora. Il blocco è di garanzia per chi viaggia. Se sui treni fosse arrivata l'informazione che in un quarto d'ora tutto sarebbe tornato alla normalità il panico non si sarebbe scatenato, la gente non avrebbe forzato le porte e non sarebbe uscita». Rincara Pozzoli: «Scioperi ne sono sempre stati fatti e fino a ieri non c'erano problemi». Il rappresentante della Cisl spiega che fino a qualche tempo fa nell'organizzazione interna c'era un solo direttore che aveva la responsabilità per tutte le linee della metropolitana, oggi invece ce ne sono due che gestiscono tre sale operative. Una situazione che a quanto pare non favorisce a loro parere una migliore organizzazione. Non solo. Le fasce orarie garantite «attualmente - dicono - raccolgono il 50 per cento del trasporto quotidiano. Cambiando orario si va a creare problemi ad esempio per gli studenti». I problemi sono stati snocciolati a Rota e anche al sindaco. «Sono rimasto molto colpito da quanto accaduto - ha detto Pisapia - Questo impone una riflessione doverosa che deve certamente tenere conto del giusto equilibrio tra il diritto di sciopero, garantito dalla Costituzione, e il diritto degli utenti.

La fascia di garanzia stabilita nel lontano 1991 appare oggi inadeguata rispetto alle reali esigenze di mobilità per i lavoratori e sarebbe utile rivedere tutti insieme gli orari. Stiamo facendo il possibile per evitare in futuro situazioni simili a quella di martedì scorso».

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