«Non avevamo altra scelta che aumentare le tariffe, avendo anche ampliato il servizio, dato che Regione e Governo non hanno adeguato i loro contributi dicendo arrangiatevi, non possiamo fare di più». Lo ha spiegato ieri mattina l'assessore ai trasporti del Comune Pierfrancesco Maran in diretta a Radio Popolare in merito agli aumenti delle tariffe degli abbonamenti Atm che sono scattati dall'inizio di agosto. Quasi un colpo di mano che ha fatto salire il costo del mensile da 30 a 35 euro e quello dell'annuale da 300 a 330. Una «manovra», con i milanesi in vacanza, per cercare di far quadrare i conti di un bilancio comunale che non si riesce proprio far quadrare. Parlando della nuova linea 5 della metropolitana Maran ha spiegato che «il sistema è in crisi di crescita. Da sola la linea lilla costerà più di un settimo di tutto il sistema trasporti di Milano e l'aumento è arrivato anche perché i milanesi non hanno lo stesso servizio dello scorso anno, hanno una linea in più. E poi c'è un'aggravante: il Comune mette la faccia sugli aumenti ma il costo del servizio pubblico è pagato dagli utenti con i biglietti e dai trasferimenti della Regione e dello Stato e i fondi dello Stato sono rimasti quelli del 2010».
Sarà anche che Palazzo Marino non avesse altra scelta ma la giustificazione dell'assessore pare un bell'esercizio di stile. Capita spesso che questa amministrazione arancione, (come fanno spesso però i politici di ogni colore) scarichi le responsabilità delle proprie scelte impopolari su altri. Così se la Galleria va a pezzi è colpa della vecchia giunta che non ha fatto nulla negli anni passati, se le tariffe si alzano è colpa del patto di stabilità che non permette di sforare, se si taglia su sicurezza e servizi sociali è colpa delle ristrettezze a cui il governo obbliga i Comuni. Insomma si mettono le mani avanti sempre. Senza contare che chi amministra una città come Milano si presume debba avere conoscenze e capacità che permettano di trovar risorse laddove ci siano sprechi e spese da tagliare senza incidere troppo sui servizi. Troppo facile raccattar risorse aumentando il prezzo degli a abbonamenti Atm. E' un po' come quando da Roma, per tappare una falla, s'inventano un'accisa e aumentano il prezzo della benzina. Ma la stangata sui prezzi Atm che tra l'altro anche potrebbe anche essere peggiore se come pare arriverà l'aumento del biglietto da 1,50 a 1,70euro, qualche altra considerazione la merita. Un paio su tutte. In una città che fa pagare l'ingresso in centro per disincentivare l'uso della mobilità privata non si possono aumentare i costi dei mezzi pubblici. Perchè le due cose sono in contraddizione.
E poi un'altra domanda. Quando partì Area C il Comune si era prodigato nello spiegare che quella sarebbe stata una vera e propria rivoluzione culturale che avrebbe cambiato le abitudini dei milanesi.
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