Auto, bollette e credito. Tre manifesti lombardi per salvare le imprese

Dopo bollette e ambiente, la Regione Lombardia apre il nuovo fronte. Proposte per Roma e Bruxelles di sponda con le altre "locomotive d'Europa"

Auto, bollette e credito. Tre manifesti lombardi per salvare le imprese

Auto, energia e ora credito alle imprese. Dopo le proposte elaborate su due dossier caldissimi, la Regione ora lavora sul fronte della liquidità al sistema produttivo. Su automotive e transizione ambientale, si è mossa di concerto con le altre «locomotive d'Europa». Sul fronte del credito invece, guida le altre Regioni italiane.

«Sta facendo quello che altre istituzioni non fanno», dice un esponente delle categorie economiche. Supplenza insomma. E al recente tavolo per scrivere il manifesto sull'auto hanno voluto partecipare anche i vertici nazionali delle organizzazioni.

Il documento sul credito alle imprese è stato elaborato nei giorni scorsi con lo stesso metodo collaudato in ultimi 15 mesi dal regista di queste operazioni: Guido Guidesi, l'assessore alle Attività produttive che ha riunito un tavolo tecnico con la filiera del credito (e Finlombarda, Confidi e Abi), e poi coordinato la commissione Sviluppo economico delle Regioni, prima che il manifesto passi ai governatori. Tutto questo lavorìo è ispirato a un approccio che Guidesi definisce di «europeismo pragmatico», una linea che è nelle corde dei leghisti e risulta particolarmente propizia in un momento in cui l'Europa è attraversata da incognite sul suo futuro, a partire dall'esito delle Presidenziali in Francia. «Il lavoro è la nostra stella polare - spiega Guidesi - E io credo che debba essere la priorità dell'Europa».

È lo stesso obiettivo indicato anche dal governatore Attilio Fontana, che mercoledì scorso ha incontrato Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, per fare il punto. «La Regione - ha detto Fontana - è intenzionata a proseguire con le misure di sostegno alle attività produttive, implementando il Piano Lombardia che dal maggio 2020 ha promosso con un investimento autonomo di 4,5 miliardi. C'è bisogno però che il Governo acceleri con le misure necessarie. Difendere la produzione e valorizzare il lavoro è un impegno comune».

Il manifesto sul credito ha due obiettivi dichiarati: inoltrare proposte al governo e valutare gli strumenti messi a punto in Lombardia (eventualmente per adottarne di nuovi). Premessa di tutto è la fine dell'emergenza sanitaria e con essa degli strumenti emergenziali. «Si rischia la tempesta perfetta - dice l'assessore - con la fine delle moratorie, la restituzione dei prestiti, i limiti alla garanzia pubblica per il credito alle aziende e i parametri Eba (l'autorità bancaria europea), che mettono a rischio la possibilità di avere credito per aziende già esposte».

Sull'energia, il gioco di squadra ha funzionato. Gli stanziamenti sono ancora insufficienti ma sul piano normativo ci sono stati passi avanti anche se mancano i decreti attuativi. La Lombardia chiede per esempio la possibilità che chi produce rinnovabili le usi per intero. Certo, sul fronte energetico la situazione resta critica a dir poco, come conferma Assolombarda, per cui il 27% delle imprese stima di poter continuare a produrre senza interruzioni solo nel breve termine (1-3 mesi) e un altro 32% non va oltre i 12 mesi. Le risorse non hanno calmierato i prezzi e il rischio black-out permane, ma la Regione condivide le sanzioni alla Russia.

Sull'automotive, per salvare un settore da 20mila posti, il documento chiede di raggiungere gli obiettivi ambientali con strade alternative. Biocarburanti, per esempio, non solo elettrico. «Siamo andati a Bruxelles con le altre tre Regioni motori d'Europa - dice Guidesi - presentando questo manifesto perché diventi strumento di proposta e discussione».

Rispetto alle altre «locomotive» (Baden-Württemberg, Catalogna e Rodano-Alpi) la Lombardia non gode di autonomia fiscale, ma crede molto su questo lavoro di sponda.

«Le Regioni più produttive - dice Guidesi - devono e possono dire la loro, discutendo gli strumenti senza scalfire gli obiettivi generali. Una discussione pragmatica che non lasci inesplorata alcuna possibilità».

Alberto Giannoni

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