Mercoledì sarà a Roma a firmare la pre- intesa con il governo sull'autonomia. E forse si tratta del risultato più appariscente tra quelli presentati dal presidente della Regione, Roberto Maroni, a Palazzo Lombardia, per il resoconto di fine legislatura. «Concludo in bellezza il mandato» ha detto. E ancora: «Si apre una pagina nuova, è quasi una rivoluzione per il regionalismo italiano». Gli ultimi colloqui sul filo tra Milano e Roma sono avvenuti ieri e l'appuntamento a Palazzo Chigi è fissato, insieme ai presidenti della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e del Veneto, Luca Zaia, per il 28 febbraio.
Secondo Maroni, i punti più rilevanti del patto riguardano «la compartecipazione al gettito di uno o più tributi erariali» e l'introduzione dei «costi standard». Tra le materie per le quali la Lombardia ha chiesto l'autonomia, Maroni si è concentrato in particolare sulla sicurezza e la protezione civile, temi molto caldi sempre, ma ancor più in questi giorni di campagna elettorale, soprattutto oggi quando si temono scontri e degenerazioni nelle manifestazioni elettorali.
«Dispiaciuto? No. Sono stati 5 anni straordinari, un'esperienza esaltante» ha detto con enfasi Maroni alla presentazione del rapporto di fine legislatura agli stakeholder. Si sente populista? gli ha chiesto Claudio Cerasa che lo intervistava. «Non c'è altro riferimento che il popolo. La sovranità appartiene al popolo e io sono populista nel senso nobile del termine» ha risposto Maroni, che oggi sarà in piazza Duomo con Matteo Salvini per la manifestazione «Ora o mai più».
Tra i primi ad arrivare a Palazzo Lombardia, il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, il rettore della Statale, Gianluca Vago, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli e il prefetto di Milano Luciana Lamorgese. Maroni ha messo a confronto i suoi due incarichi di governo: «È più impegnativo fare il governatore della Lombardia che il ministro dell'Interno». Nostalgie dopo la decisione presa di non ricandidarsi alla guida della Regione? «Non ho nessun rimpianto, ho già un'agenda piena di cose da fare».
Nell'elenco delle cose fatte, Maroni ha citato, tra i vari successi, i 40 dipendenti pubblici ogni mille abitanti, considerato un primato italiano, i tempi di pagamento record ai fornitori, il 40 per cento di risparmio sugli acquisti grazie ad Arca, la centrale unica acquisti, gli investimenti del Patto per la Lombardia, 1,5 miliardi per Expo 2015. Ci sono poi 32 accordi per la competitività, 107 milioni di investimenti, nidi gratis per 13.500 bambini, 12.500 disabili gravi e anziani assistiti, 13.000 beneficiari del bonus famiglia, la riforma sanitaria.
Tra le rivendicazioni, 900 comuni coinvolti in progetti di contrasto alla ludopatia e le nuove opere: Alta Velocità Treviglio-Brescia, Brebemi, Tangenziale Est Esterna Milanese, collegamento Terminal 1 e 2 di Malpensa, Arcisate-Stabio.SCot
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