Silvio Garattini, leva 1928, è uno dei più noti scienziati italiani, ricercatore e fondatore dell'istituto di ricerca scientifica Mario Negri, che tutt'ora dirige. Quando ha sentito la proposta del premier Matteo Renzi per il post Expo è rimasto basito. Nessun istituto scientifico lombardo è stato coinvolto e tanto meno citato.Non le è piaciuto il progetto?«È una proposta calata dall'alto. Una scatola chiusa. E coinvolge istituti non molto conosciuti».Oltre all'istituto di tecnologia di Genova, Renzi vuole affidare la regia della cittadella della scienza all'Institute for international interchange di Torino e alla Edmund Mach foundation di Trento.«Non metto in discussione il livello dei due istituti, sebbene poco noti. Però Renzi non coinvolge realtà già esistenti e molto avanzate. Noi siamo aperti alle collaborazioni, ma chiedo che le eccellenze lombarde non siano escluse dai giochi».Il premier la accuserebbe di campanilismo.«Io la chiamo razionalità. E soprattutto spero che non voglia creare una copia di ciò che già esiste». La Lombardia ha da dire la sua sull'argomento.«Abbiamo importanti istituzioni scientifiche, università, centri di ricerca. Sono realtà che vanno potenziate il più possibile, non avvilite».E invece vengono dimenticate?«Sono tutte in difficoltà. I bandi per le assunzioni sono praticamente fermi, i fondi scarseggiano. La priorità del governo dovrebbe essere quella di mettere questi enti in grado di lavorare e di funzionare al meglio. Prima di progettare nuove cose, analizziamo bene e salviamo ciò che già c'è». L'istituto Mario Negri tuttavia non ha problemi di sede e di spazi. Siete comunque interessati al post Expo?«Più che come sede siamo interessati come possibile collaborazione. I problemi dell'istituto Mario Negri sono ben altri».Quali?«Abbiamo difficoltà a stare a galla. Da noi lavorano 950 persone. Ci vorrebbero risorse, con tempi noti». Di cosa vi state occupando in istituto?«Lavoriamo sull'ambiente e sulle implicazioni che la concentrazione di certe particelle nell'aria hanno sulla salute e sull'uso dei farmaci. Lavoriamo sulla ricerca contro i tumori e contro le malattie neuro degenerative».
Praticamente i temi che il Governo vuole mettere al centro del progetto per Expo.«Esattamente. Per questo ripeto che bisogna stare attenti a non realizzare cose che già esistono. Per il resto, siamo scienziati, siamo abituati a trovare soluzioni. E credo che una collaborazione comune sia possibile».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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