Da Baggio all’India e alla Mongolia su un vecchia Honda del 1999

Da Baggio all’India e alla Mongolia su un vecchia Honda del 1999

Percorreranno in moto 28mila chilometri, attraversando 18 nazioni e sette fusi orari. È un viaggio con numeri da capogiro quello che si sono messi in testa di fare Pinuccio e Doni: 90 giorni attraverso l’Asia, fino a toccare la strada carrozzabile più alta al mondo in India, poi in Mongolia a Ulan Bator il giro di boa per immergersi nel nulla siberiano e rientrare verso casa. Tenda, borsoni, taniche di benzina di emergenza e minestrine liofilizzate: sono pronti a tutto. Proprio come fossero due spericolati avventurieri a caccia di esperienze adrenaliniche, incapaci di resistere dentro le strette griglie della quotidianità. E invece la vera cosa eccezionale di questo eccezionale viaggio è la straordinaria normalità di Pinuccio e Doni.
Già. «Pinuccio», cioè Giuseppe Gammino, 53 anni, pasticciere e «Doni», Maria Domenica Chiesa, 52 anni, pasticciera anche lei. Sono marito e moglie, sposati da trent’anni ai quali ne vanno aggiunti altri dieci di fidanzamento. Gestiscono insieme una pasticceria a Baggio, sempre lì, nel quartiere che li ha visti crescere, mano nella mano. Ogni giorno, festivi compresi, alzano la clère la mattina presto, sfornano dolci di creme e panna fino a sera, quando chiudono tutto e rientrano a casa, ancora lì a due passi. Una vita in un quartiere, due figli ormai grandi, Matteo 25 anni e Francesca 19. Una vita con un sogno: viaggiare. Che non è rimasto un sogno sognato. Pinuccio e Doni sono di quelli che si rimboccano le maniche. «Non siamo nababbi», ripete Pinuccio. «Preferiamo accontentarci ma non vogliamo aspettare a fare quello che desideriamo. Perché abbiamo capito che di vita ce n’è una sola e non tutti lo sanno...»
Così hanno fatto di tutto, viaggi piccoli con i bambini piccoli poi via via sempre più lontano. «Amiamo viaggiare - racconta Pinuccio alla vigilia del nuovo viaggio - ci troviamo sempre d'accordo su qualunque tipo di destinazione, l'importante è partire per conoscere nuove genti, condividere i loro modi di vivere, ammirare stupendi panorami, magnifiche albe e romantici tramonti». Hanno usato qualsiasi mezzo dalla tenda al camper, dal motoscafo veloce alla barca a vela, dalla bicicletta alla moto, dall'aereo al treno. Tanto che quando partono sono i figli a fare loro le raccomandazioni. Chissà questa volta che ramanzina si sono dovuti sorbire. Quasi trentamila chilometri a cavallo di una vecchia moto, una Honda Transalp 600 del 1999, rigorosamente senza elettronica per poterla riparare facilmente e ovunque. Stracarica quasi 300 chili di roba, tra pezzi di ricambio, gomme chiodate tenda, fornelli costumi e giubbotti. Eppoi c’è Pinuccio, quasi cento chili di entusiasmo...
Per fortuna questa volta ci sono pure due amici, Cristina a Knut. Maestra elementare lei, meccanico lui. Ognuno di loro ha curato un aspetto del viaggio a seconda delle competenze. La maestra si è sciroppata tutte le guide dei paesi che attraverseranno per dare le dritte su cosa andare a vedere, dove fermarsi, cosa visitare. Knut, un norvegese italianizzato ha messo a disposizione la sua competenza meccanica per preparare le due moto. A Doni sono spettate le rogne «tutte le cose brutte», se la ride il marito. E cioè documenti, bolli, visti, autorizzazioni varie. Pinuccio ha pensato a contattare chi aveva già fatto pezzi di tragitto per sapere che problemi aveva avuto e se aveva qualche buon consiglio. La cosa è partita un po’ così, tra un dolce e una lezione di matenatica. Poi i primi nodi sono venuti al pettine. Solo per i visti hanno dovuto sborsare in quattro 6mila euro. Poi c’erano permessi, assicurazioni, carnet de passage, patente e libretto moto internazionale, alberghi fin dove è possibile, cibo...

«Oibò mi son detto - racconta ancora Pinuccio - qui bisogna abbattere le spese, perché siam mica dei nababbi, sa?» S’è messo al computer e ha scritto a un paio di aziende per chiedere una sponsorizzazione. «Mi hanno risposto subito, così ho insisitito e abbiamo avuto risposta da 23 aziende che ci hanno aiutato». Il resto è venuto da sé. Ieri, la partenza alle 5 del mattino.

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