Bagni per disabili nelle case e cittadini come spazzaneve

Bagni per disabili nelle case e cittadini come spazzaneve

In nome dell'«ordine e decoro» della città,70mila famiglia rischiavano di dover gettare l'antenna satellitare nuova e spendere altri soldi su un impianto centralizzato. C'era pure il rischio che nel fare la manutenzione straordinaria del bagno di casa o di un corridoio scattasse l'obbligo di renderlo anche accessibile ai disabili (oggi la legge 13 prevede solo l'adattabilità, ossia la possibilità di intervenire in un futuro se ci fosse un inquilino in carrozzina). In un vecchio palazzo avrebbe significato rifare tutto l'alloggio, con costi notevoli. Ma sono due dei pericoli evitati grazie al braccio di ferro di Forza Italia sul nuovo Regolamento edilizio firmato dal vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e in via di approvazione lunedì prossimo. Fi aveva alzato una barriera di 200 emendamenti, per abbatterla la maggioranza ha dovuto cedere su una quarantina di richieste. «Rimaniamo contrari a un testo che è incostituzionale e complica la burocrazia per il settore edilizio, perciò voteremo contro, ma almeno abbiamo ottenuto e modifiche significative che faranno risparmiare i cittadini» spiega l'accordo il capogruppo di Fi Fabrizio De Pasquale. Una su tutte, appunto, quella che introduce il criterio della fruibilità al posto di quello dell'accessibilità per gli immobili esistenti, concede quindi vincoli meno tassativi sull'eliminazione delle barriere architettoniche. E negli edifici che non sono di nuova costruzione ci sarà una moratoria di 3 anni prima che scatti l'obbligo di centralizzare le antenne paraboliche, oggi installate anche sui balconi. «In un momento di crisi era esagerato imporre a 70mila famiglie di buttare l'antenna, magari appena acquistata, e investire sull'impianto collettivo» puntualizza De Pasquale. Il gruppo, che si è avvalso dell'architetto Simona Ferradini nella redazione degli emendamenti, ha evitato anche che in occasione di future nevicate fosse tutta a carico a carico dei condomini la pulizia dei marciapiedi. Dovranno sgombrare come sempre lo spazio immediatamente di fronte al fabbricato ma il compito (e il costo) di liberare l'intero marciapiede rimane a carico del Comune. Sparisce il divieto di avere un unico bagno cieco in casa (oggi ci vuole almeno un servizio con finestra), questo libererà la distribuzione degli spazi nelle nuove costruzioni, e idem l'ampliamento dei soppalchi: potranno avere profondità di 2,5 metri invece di due. Quasi intoccabile il capitolo degli espropri di edifici dismessi su cui si sono accese forti polemiche, ma anche caposaldo del Regolamento per la giunta di sinistra. Fi ha imposto almeno che la decisione su ogni stabile sia votata dal consiglio comunale. Poi, auspica il capogruppo, «speriamo provvedano i giudici amministrativi, i privati ovviamente faranno ricorso per difendere la proprietà». Una decina su 16 gli emendamenti della Lega accolti, ad esempio quello che impedisce il cambio di destinazione d'uso in residenziale per i locali seminterrati, una stretta a un fenomeno frequente a Chinatown.

Protesta Calise (M5S): «Solo chi ha trattato privatamente con il vicesindaco ha avuto l'ok ad alcuni emendamenti». La De Cesaris conferma invece di aver ceduto ad alcune modifiche « ma ho difeso i principi di qualità dell'abitare».

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