Balzani, la lady delle tasse candidata del Pd in Regione

Dopo gli scontri alle primarie è tornata in campo con mr Expo. No a Martina e Alfieri, ora la sinistra le offre il dopo Maroni

Balzani, la lady delle tasse candidata del Pd in  Regione

C'eravamo tanto odiati. Qualche pillola dalle primarie Pd. Quando Francesca Balzani a metà gennaio propose i bus gratis per tutti, Beppe Sala la archiviò come «pura demagogia. Perchè non anche cappuccino e brioche per chi prende la metropolitana?». La replica della vicesindaco che lo sfidava per il dopo Pisapia andò a colpire dritto un nervo scoperto dell'ex commissario: «Se Sala avrà la pazienza gli offrirò un cappuccino e una brioche per spiegargli come sia possibile. Forse in quell'occasione modo di spiegarmi come mai, a tre mesi dalla fine dell'Expo, i cittadini non hanno ancora la possibilità di leggere il bilancio definitivo della manifestazione». E quando il candidato di Renzi la criticava per l'endorsement ricevuto dal sindaco, la caccia ai voti della sinistra radicale per la Balzani era servita su un piatto d'argento: «C'è chi ha i voti di Denis Verdini e chi quelli di Giuliano Pisapia». Sala e Balzani sono stati ai ferri corti durante la sfida delle primarie, anche peggio subito dopo. Il primo mese di campagna è volato nel braccio di ferro sull'ipotesi che la vice, anche assessore al Bilancio, guidasse una lista «arancione». Una telenovela che aveva sfinito anche i coordinatori locali del Pd, fino al no definitivo (e quasi invocato) della Balzani: «Sosterrò il centrosinistra ma non mi candido, corro per le idee ma non per un ruolo». A guidare la lista (Sinistra x Pisapia) al posto suo arrivò Daria Colombo, lady Vecchioni, che per ora non ha scaldato la campagna. Sfumata anche l'ipotesi di capolista dem (chiesta a ripetizione da Stefano Boeri, suo main sponsor). Per un mese e mezzo sia Balzani che Boeri sono scomparsi dal radar di Beppe Sala. Fino a un paio di settimane fa.

La sera dell'8 maggio il premier Matteo Renzi è arrivato all'Arci di Lambrate per un incontro con mr Expo e i militanti Pd. Sotto al palco c'era la vicesindaco. Il 13 maggio l'archistar - capolista dem nel 2011 - ha organizzato una festa-kermesse sulla cultura con Sala al Superstudio di via Tortona. E anche mr Expo ha ribaltato i toni. Due giorni fa ha anticipato che presenterà «lunedì con la Balzani quali sono tecnicamente le nostre idee sul fisco, stiamo trovando delle formule per abbassare le tasse ma non ce la facciamo se non cediamo qualcosa». Lo sfidante del centrodestra Stefano Parisi gli ha già fatto presente che «avendo in lista tutti quegli assessori che le hanno alzate negli ultimi 5 anni, non so come farà». Sala ha vinto e non stravinto le primarie, con uno scarto di 5mila voti dalla competitor (che ne ha raccolti 20mila). Un pacchetto che il Pd non può giocarsi, i sondaggi vedono un testa a testa con Parisi al primo turno (ieri quello di Nando Pagnoncelli sul Corriere dava Sala in vantaggio minimo, l'1,6% al primo turno).

Secondo i rumors, la Balzani avrebbe ricevuto dai vertici del partito forti garanzie che se farà la propria parte per la campagna delle Comunali, potrebbe giocarsi la sfida per diventare governatore della Lombardia contro Roberto Maroni nel 2018. La vicesindaco, ex assessore al Bilancio a Genova ed ex deputata Ue, aveva sperato di guidare la partita in Liguria, ma Renzi preferì puntare su Raffaella Paita e la Balzani si schierò apertamente per Sergio Cofferati alle primarie.

Dopo la vittoria del centrodestra con Giovanni Toti nel 2015, non mancò di sottolineare l'errore strategico del Pd. «Corro per le idee ma non per un ruolo»? Non in Comune, ma forse ai piani alti del Pirellone. Tempo al tempo.

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