«La Lombardia, terra di conquista privilegiata delle organizzazioni mafiose italiane, sempre più intensamente deve fare i conti con una nuova minaccia criminale». A dirlo è Polis, l'istituto regionale per il supporto alle politiche della Lombardia, nell'ultima ricerca pubblicata nel dicembre 2018. Tre gli elementi che favoriscono questa situazione: nella regione si concentra il maggior numero di stranieri residenti (1.139.463), è la regione più ricca per Pil, terzo i cosiddetti «vuoti criminali» e la specializzazione funzionale della criminalità organizzata straniera. «Si sono così create forme di autonomia, e una particolare presenza degli stranieri in diversi settori (su tutti, nella prostituzione, nel traffico di esseri umani e di droga)».
Nel Nord Italia sono particolarmente attive le organizzazioni provenienti dall'Albania, dalla Cina, dall'area ex-Urss, dal Maghreb, dalla Nigeria, dalla Romania, dall'est Europa (Serbia, Montenegro e Bulgaria) e dal Sud America. Ciascun gruppo presenta delle peculiarità in termini di struttura, attività criminali svolte, forza intimidatrice verso l'esterno e rapporto con la mafia. Le organizzazioni albanesi rivestono un ruolo centrale nello sfruttamento della prostituzione e nel traffico di droga. Sono in grado di stringere alleanze con le associazioni mafiose e vantano rapporti di supremazia nei confronti dei gruppi rumeni e nordafricani. I gruppi criminali rumeni si sono sviluppati soprattutto a partire dallo sfruttamento della prostituzione.
Le associazioni criminali composte da serbi, montenegrini e bulgari, invece, sembrano privilegiare un assetto gerarchico che consentirebbe di costruire solidi insediamenti nei principali mercati criminali, primo tra tutti quello degli stupefacenti. I gruppi nigeriani stanno sperimentando nuove forme di reclutamento delle donne e di protagonismo degli uomini nel campo della prostituzione e sempre più utilizzano corrieri della droga esteuropei o sudamericani.
«Milano è la più grande piazza di spaccio del Sud Europa» spiega l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo de Corato. Secondo la relazione di Polis non vi sarebbe una sola organizzazione criminale in grado di soddisfare l'elevata domanda di droga, aprendo margini di operatività: è possibile, infatti, che i gruppi stranieri gestiscano l'intera filiera del narcotraffico o che intrattengano relazioni con i corrispettivi italiani, proponendosi come fornitori o agendo come distributori finali della droga. L'indicazione dell'evoluzione criminale e il radicamento nel territorio emerge dal controllo dei «boschetti della droga», Rogoredo in primis in mano ai nordafricani.
In settimana la Regione stringerà un accordo con il Ministero dell'Interno «per contrastare lo spaccio nei parchi - annuncia De Corato - grazie all'invio di più agenti e a droni e telecamere messe a disposizione dalla Regione, che come abbiamo visto in passato si sono rivelati efficaci».
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