Barbone trovato morto nello scantinato dell'ospedale di Rho

Aveva 52 anni ed è asfissiato. Nessuna ustione o lesione Si era rifugiato nei sotterranei per ripararsi dal freddo

Barbone trovato morto nello scantinato dell'ospedale di Rho

Gaetano aveva 52 anni. La vita in strada gliene faceva dimostrare parecchi in più. Lo hanno trovato rannicchiato nell'angolo di uno scantinato dell'ospedale di Rho, assieme alle sue quattro cose, come se stesse dormendo. L'uomo, un senzatetto originario del Cosentino, è morto asfissiato, senza ustioni né lacerazioni. I vigili del fuoco si sono accorti di lui nel corso di un'operazione antincendio.

L'allarme è scattato alle 8.45, quando qualcuno si è accorto del fumo proveniente dal deposito di un poliambulatorio vicino all'ospedale. Là dentro nel tempo è stato accumulato di tutto: vecchie sedie, attrezzi da giardinaggio, materiale edile, piastrelle, secchi di calcinacci, pedane di legno. Oggetti che ci mettono un attimo a prendere fuoco. Ad accorrere sul posto per primi, in via Cadorna, sono stati i Vigili del fuoco. Dopo aver verificato che non ci fossero roghi né fiamme in mezzo ai cumuli di materiale accatastato, hanno ispezionato ogni angolo, finché si sono imbattuti nel corpo dell'uomo.

Ancora da accertare le cause del fumo che ha riempito il locale. «Probabilmente è stato emesso da un fuocherello - spiega il caposquadra dei vigili del fuoco di Rho, Francesco Curseri - che l'uomo aveva acceso nella notte, forse per scaldarsi, forse per cucinarsi qualcosa». Sul caso stanno lavorando anche i carabinieri.

Secondo quanto raccontato dal personale dell'azienda ospedaliera, Gaetano era solito dormire nel deposito. Insomma, tutti lo conoscevano, sapevano che era una brava persona e spesso qualcuno gli lasciava la porta del deposito aperta, per dargli la possibilità di passare la notte al caldo. Ovviamente senza poter immaginare un epilogo del genere.

Non è certo la prima volta che un clochard si rintana negli scantinati di un ospedale. I seminterrati e i corridoi dei nosocomi milanesi, dove passano le tubature dell'acqua calda, solitamente sono una meta ambita nelle notti più fredde. I senzatetto si accucciano in qualche angolino tiepido e ritemprano le ossa. Da che mondo e mondo il personale di sorveglianza e gli infermieri sanno del viavai, ma ammiccano silenziosi, cercando, con la loro complicità, di dare una mano come possono. Idem nei pronto soccorso, dove non si negano ai clochard un paio di sedie su cui sdraiarsi.

Il Policlinico di Milano ha addirittura siglato un accordo con le associazioni «Per il Policlinico onlus» e con «I poliziotti italiani» per allestire «ufficialmente» uno spazio dedicato all'accoglienza notturna delle persone senza fissa dimora. Il «rifugio» è stato allestito in via Pace 9, dove sono state piazzate una trentina di tende della Decathlon e sacchi a pelo forniti dal Comune. L'area, in cui ci sono anche toilette chimiche, è stata scelta perché ospita solo ambulatori diurni: per questo potrà essere a disposizione dei clochard dell'ospedale ogni giorno dalle 19 alle 7, con l'ingresso da viale Regina Margherita.

Il progetto per ora è cominciato in via sperimentale per sei mesi. In questo modo si cerca di dare qualche tutela in più a chi vive per strada e a chi frequenta l'ospedale evitando incidenti come quello accaduto a Rho ieri mattina.

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