Gli agricoltori lombardi sono in ginocchio ma cercano il riscatto con Expo. E i politici che fanno? Si mettono a scrivere una Carta ufficiale per ribadire l'ovvio, e cioè che tutti hanno diritto al cibo.
Suona più o meno così la provocazione che l'assessore lombardo all'Agricoltura Gianni Fava rivolge al premier Matteo Renzi e ai politici che sabato scorso si sono riuniti all'hangar Bicocca per confrontarsi su Expo. Lui, seppur invitato, non si è presentato a quella che definisce «una kermesse inutile, fatta di banalità».
«Nessuno si sarà accorto della mia assenza - sostiene - ma è chiaro che a un tavolo di 500 persone non si possano prendere decisioni vere. In questo momento non servono passerelle, bensì scelte che valorizzino davvero il nostro Made in Italy». L'allarme è: o entriamo davvero nel merito dei problemi o ci facciamo sfuggire un'occasione importante come quella di Expo, senza riuscire a valorizzare davvero la qualità dei nostri prodotti.
Fava sa bene quali sono i problemi del settore agro-alimentare. Ogni giorno sulla sua scrivania arrivano decine richieste per sapere quando verranno sbloccati i bandi per i finanziamenti agli agricoltori. Ogni giorno arrivano le lamentele dei piccoli imprenditori, strozzati da burocrazia e costi. Ci sono allevatori che fanno i conti con il latte a 35 centesimi al litro, suinicoltori costretti a vendere sottocosto, coltivatori di cereali che, con i listini del mais a 15 euro al quintale, non pagano il gasolio per innaffiare. «Per tutte queste categorie - rincara Fava - una risposta come quella della Carta di Milano per Expo è inaccettabile. Si tratta di un documento tanto pomposo quanto vuoto».
La rabbia di Fava nasce anche dai tempi - al rallentatore - per sbloccare finanziamenti. I bandi per distribuire soldi agli agricoltori e aiutarli nell'innovazione delle loro aziende sono fermi. Manca il via libera al piano di sviluppo rurale da 1,2 miliardi di euro, bello che pronto dall'inizio di dicembre. Si aspetta l'ok di Bruxelles ma il timbro arriverà solo quando tutte le regioni italiane avranno consegnato il loro piano. Che significa: ancora una volta la Lombardia paga «l'effetto zavorra» del resto d'Italia.
«Stiamo tentando una mediazione - spiega l'assessore - perché le regioni con i piani agricoli pronti (Lombardia, Veneto, Toscana e Trentino Alto Adige) possano almeno aprire i bandi. L'assegnazione dei fondi arriverà dopo l'approvazione di Bruxelles, a metà maggio». Se così fosse i primi bandi potrebbero essere pubblicati tra marzo e aprile. Ad aspettare ci sono una marea di imprenditori dell'agricoltura.
Lo scorso bando, pubblicato ad agosto, prevedeva 25 milioni di finanziamenti. Ma le richieste di aiuti economici erano state pari a 78 milioni di euro. «Per questo - ribadisce Fava - non possiamo limitarci a kermesse sull'ovvio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.