«Basta con l'illegalità In Statale insegniamo cos'è la democrazia»

Dopo il rave e gli sgomberi dell'aula studenti il rettore ribadisce: «Rispetto delle regole»

(...) problema».

Beh, lei ha dato ordine di sgomberare le aule.

«Certo, a fronte di liste regolarmente rappresentate in università che chiedono spazi, non possiamo certo permettere che ci sia chi si prende le aule con la forza. Una cosa devo concedere a questo collettivo...»

Cosa?

«Che la Statale soffre di sovraffollamento e mancano spazi di aggregazione per gli studenti, le aule per le organizzazioni politiche e le associazioni ma anche per i docenti».

Il progetto per l'edificio di via Santa Sofia?

«Tra un paio di anni - i lavori stanno partendo adesso - l'edificio sarà ristrutturato e ospiterà tutti gli uffici amministrativi, aule nuove e quindi anche spazi aggregativi. Sarà la panacea per la sede storica, che soffoca».

Sempre lei ha denunciato gli organizzatori del rave...

«Veramente la Procura ha aperto un'indagine contro ignoti per violazione delle norme di sicurezza e invasione di edificio pubblico per l'occupazione non autorizzata. Devo dire che quando ho visto il disastro che hanno lasciato sono rimasto a bocca aperta, è stato traumatico».

Non è la prima volta che veniva organizzata la festa...

«No sono almeno 5 anni, ma il rettore precedente lasciava fare».

Lei però ha pubblicato le foto dello scempio e scritto una lettera aperta.

«Dopo la tragedia del rave alla Sapienza non si può sottovalutare la questione della sicurezza: si tratta di un evento non autorizzato che attira migliaia di persone, tra cui moltissimi minorenni, quando di norma se ne trovano qualche centinaia in un contesto per altro diverso».

Da quest'anno linea dura?

«È la prima volta che la Procura agisce motu proprio e io ho deciso che queste cose non devono accadere. Nella sedi di Lodi, per esempio, autorizzo le feste degli studenti. Mi vengono comunicati gli orari dell'evento e mandiamo le nostre guardie giurate a presidio».

Prima di Natale, dopo l'aggressione agli studenti di Azione Universitaria, lei ha lanciato un altro appello agli studenti.

«Era un invito al dialogo e alla tolleranza. Se gli studenti mi chiedono l'autorizzazione per un banchetto, la concedo. Nessuno si può permettere di cacciare dall'università qualcuno, come è successo con Azione universitaria. L'università è un luogo inclusivo e chiunque ha diritto di frequentarla nel rispetto delle norme. Un conto è il dibattito anche acceso e le critiche, un altro il mancato rispetto delle regole democratiche. Il collettivo Lume rifiuta la via democratica tanto che anche per l'assemblea di lunedì non hanno chiesto un'aula, si riuniranno nell'atrio».

Ha provato a incontrarli?

«No, il rettore Vago ci aveva provato senza risultato, io ho lanciato loro dei messaggi trasversali, invano. Non importa che organizzino eventi culturali se avvengono in spazi presi con la prepotenza, la strada per fare cultura non è questa, noi qui insegniamo legalità».

Perché non organizza una lectio sulla democrazia?

«Non ci ho pensato, ma non credo che avrebbe successo».

Marta Bravi

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