Intitolare parchi, giardini, piazze e vie alle donne «per compensare l'evidente sessismo che caratterizza l'attuale toponomastica».
Al grido di la «parità di genere si ottiene anche attraverso l'intitolazione di luoghi pubblici in rosa» il consiglio di zona 6 ha proposto di concedere il patrocinio al bando «Sulle vie della parità» rivolto alle scuole di ogni ordine e grado, agli atenei e agli enti di formazione con «lo scopo di riscoprire e valorizzare il contributo offerto dalle donne nella costruzione della società». E come si fa a insegnare agli alunni il ruolo della donne nella società occidentale? Con targhe e lapidi. «Le pari opportunità - si legge nella delibera - passano anche attraverso l'intitolazione di vie, strade, piazze, rotonde, che dovrebbero essere intitolate a uomini e donne in percentuali uguali. La situazione nel nostro paese, invece, è sbilanciata».
Ecco allora l'idea, contestata in consiglio di zona 6, di bandire un concorso per le scuole per individuare un luogo della città da battezzare «in rosa».
«Siamo al lavaggio del cervello ideologico» tuona Massimo Girtanner consigliere di FdI in zona 6.
Difende l'iniziativa Rita Barbieri, presidente della commissione Cultura: «Mi sembra giusto riequilibrare un diverso trattamento di genere».
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