Battaglia su Scala e Piccolo «Non toccate i nostri gioielli»

Battaglia su Scala e Piccolo «Non toccate i nostri gioielli»

Buone notizie dal cda della Scala. Il traguardo del pareggio di bilancio è a un soffio. A dimostrare ancora una volta (è l'ottavo anno consecutivo) che il teatro alla Scala è un ente virtuoso e merita dunque di essere salvato dalla mannaia del governo, quindi dal Decreto Valore Cultura. Doppio appuntamento ieri: il consiglio di amministrazione del Piermarini con all'ordine del giorno il budget del 2013 e l'assemblea dei soci del Piccolo «per valutare iniziative a tutela del teatro». Milano alza gli scudi per cercare di tutelare i suoi gioielli, perle ancora più rare perché con bilanci in attivo. In mattinata intanto si era tenuta una riunione fiume alla camera del lavoro per discutere di «Fondazioni lirico sinfoniche alla luce dei nuovi provvedimenti legislativi». Duplice l'attacco: la legge 112 riduce a sette il numero dei soci dell'ente lirico con la drammatica conseguenza di far perdere 2,5 milioni di sponsorizzazioni e inserisce i teatri stabili, quindi il Piccolo, nell'elenco Istat delle amministrazioni pubbliche soggette a spending review.
A dirla lunga sul clima che si respirava in città le parole dell'assessore alla Cultura del Comune Filippo Del Corno: «È una giornata drammatica. Riconoscere l'eccezionalità di Milano è politicamente urgente» anche in vista dell'Expo. Secondo l'assessore, è indubbio che ci siano «caratteristiche di eccezionalità» che «vanno riconosciute». Detto questo «è pericoloso equiparare lo spettacolo a dei servizi e cosi garantire le condizioni per la definitiva ritirata delle istituzioni pubbliche dal loro impegno in cultura». Provocatorio Riccardo de Corato (FdI): «Per il giorno di Sant'Ambrogio chiediamo ai milanesi una grande mobilitazione: vengano a protestare davanti alla Scala per far capire in mondovisione che la città è vicina al suo teatro e non intende retrocedere».
A rasserenare gli animi la fumata bianca da piazza della Scala: «Il pareggio di bilancio è veramente vicino» chiosa il sindaco. Sembra che i 4,2 milioni di euro che mancavano siano stati trovati dal «tesoretto» della palazzina Verdi, ovvero dai finanziamenti per il restauro della palazzina. Non è uscito, invece, il documento tanto atteso di critica nei confronti della legge 112. «In settimana verrà il ministro Bray a Milano» e in quell'occasione «ne discuteremo» spiega il sindaco e presidente del cda Giuliano Pisapia. «Mi sembra che tutti - ha spiegato - abbiano capito che le peculiarità della Scala e del Piccolo non possano essere considerate in un ambito più generale» di altre istituzioni «in crisi».
Usa toni molto duri il governatore lombardo Roberto Maroni (la Regione è tra i soci fondatori con Comune, Provincia, Camera di Commercio): «La legge 112 sulla cultura è sbagliata e occorre che il ministro Bray, con cui ho parlato, riconosca l'errore». Come? «Ci dev'essere un emendamento - ha spiegato - che modifica l'errore e tutela, come è giusto tutelare, sia il Piccolo, sia la Scala, sia le altre fondazioni musicali che sono in grado di mantenersi».

In pratica il consiglio generale «chiede al governo un urgente e straordinario provvedimento legislativo che sancisca l'autonomia statutaria e operativa del Piccolo, in modo da consentirgli di continuare a rappresentare Milano e il Paese in tutto il mondo».

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