Beccalossi insultata ma sull'illegalità ha fatto un discorso di puro buon senso

Dopo la trasmissione «Servizio pubblico» di Michele Santoro che l'ha ospitata giovedì, Viviana Beccalossi è stata accusata e insultata. Ma cosa ha detto l'assessore regionale lombarda per finire nel mirino? Il tema era molto delicato, perché la puntata del talk show politico della «Sette» era dedicato anche a Napoli e alle sue difficili condizioni sociali, emerse anche da un reportage che inseriva nel contesto di una diffusa illegalità urbana la tragedia del giovane Davide Bifolco, ucciso 20 giorni fa da un colpo partito nel corso di un concitato inseguimento, mentre si trovava in moto in compagnia di un pregiudicato e di un latitante. Ora, la premessa è che nel corso di una performance televisiva si può essere più o meno efficaci. Ma ascoltando e riascoltando i vari passaggi degli interventi in studio la sua tesi appare chiara: quando ha affermato che «ci sono due Italie» e che a «nessun cittadino del Nord verrebbe in mente di girare senza casco, patente o assicurazione» Beccalossi non ha mancato di rispetto a Napoli né alla famiglia del giovane, vittima di quella che lei ha definito una «disgrazia immane». Certo, le ragioni di questa realtà sono profonde: storiche e sociali. E su quelle occorre intervenire.

A questo proposito ha auspicato un intervento deciso sul fronte dell'ordine pubblico e della sicurezza, citando lo sforzo della sua Regione nella costruzione di nuove caserme. Di certo, Beccalossi non ha certo sancito la superiorità di Milano, che pure ha i suoi (grossi) problemi. Ha detto quella che a molti è parsa una ovvietà.

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