Il Beccaria si prende la scena e apre il suo teatro alla città

La compagnia Puntozero e gli attori detenuti recitano in «Errare humanum est» La sala a disposizione dei milanesi, a dicembre ospiterà l'orchestra della Scala

Antonio Ruzzo

Si alza il sipario del Beccaria. Che con i «suoi» ragazzi si prende la scena per diventare un teatro della città con una capriola coraggiosa che trasformi il carcere in luogo di lavoro e cultura. In un luogo aperto capace di scacciare anche un po' di pregiudizi. Nulla capita per caso. Così non è un caso che il quinto Forum delle politiche sociali si concluda proprio nel rinnovato teatro dell'istituto di via Calchi Taeggi. E non è un caso che lo spettacolo messo in scena dall'associazione Puntozero s'intoli proprio «Errare humanum est». «La sfida è questa perchè noi facciamo riparazione sociale- spiega Don Gino Rigoldi- Io sono qui da sempre, faccio ormai parte del mobilio e ripeto sempre che a questi ragazzi non si regala nulla: se uno delinque va punito. Però noi proviamo a farli cambiare e perchè ciò accada abbiamo bisogno degli strumenti adatti».

E il teatro un po' di «attrezzatura» la mette a disposizione. Così sostenuta dalla Fondazione Marazzina nasce l'idea di rimettere a nuovo il palco e la sala in disuso da decenni. Le vecchie sedie in legno vengono sostituite dalle poltrone rosse donate dalla Scala, le pavimentazioni vengono rifatte con le resine offerte dalla Mapei, il sipario in velluto rosso viene regalato da Peroni, le luci da Spotlight. Il resto lo fanno i ragazzi detenuti che smontano, rimontano, avvitano e verniciano. «Questa vuole essere la dimostrazione che anche qui dentro c'è la città- spiega l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino- Qui ci sono giovani di Milano che non possono essere dimenticati e che non si possono escludere». E il Teatro Beccaria è pronto per diventare una delle sale della città: «Una battaglia vinta anche perchè la politica che è tornata ad occuparsene...» spiega il presidente della sottocommissione alla carceri Alessandro Giungi. Così il prossimo 13 dicembre l'orchestra e gli attori della Scala metteranno in scena uno spettacolo proprio qui e poi toccherà ai ragazzi del Beccaria ricambiare la visita al Piermarini con il «Sogno di una notte di mezza estate». Salire sul palco può diventare una svolta: «Non è semplice- racconta Giuseppe Scutellà che con Lisa Manzoni ha fondato la compagnia Puntozero- Io lavoro qui dal '95 e ancora molte contraddizioni non riesco a comprenderle. Per questo è fondamentale comunicare e il teatro è un fantastico strumento. Spesso anche ai nostri figli trasmettiamo solo le nostre paure, non siamo in grado di spiegar loro cosa sia la devianza, i reati, quali le pene. Che un gioco può finire male e se entrano qui dentro la vita cambia». Ed «Errare humanum est» viene messo in scena proprio con questa finalità: far luce sul complesso mondo della giustizia minorile rispondendo a tutte quelle domande a cui i ragazzi non sanno dare risposta. Scutellà che è attore e regista in scena fa da trait-d'union ad un percorso scandito dalle scene di testi classici della letteratura teatrale dove i giovani detenuti recitano lo scontro tra i Montecchi e i Capuleti tratto da Romeo e Giulietta che è più storia di coltellate che di baci. Muovendosi tra palco e platea riportano la finzione shakeaspeariana all'attualità della cronaca che spesso racconta le guerre tra bande di adolescenti spiegando come già nella storia e in altre epoche sia sottile il passaggio tra il gioco e il reato.

Un viaggio di un paio di ore in un pianeta colpevolmente sconosciuto che alla fine sorprende. E fa riflettere. Come il saluto degli attori: «Ora, o signori, addio. Ma siate umani, salutate col batter delle mani questa nostra fatica...». Applausi.

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