Stefano Giani
Attenzione al tranello. Le battaglie della Bicocca sono due, la prima risale al 1522 e la seconda al 1849, anche se fu combattuta a Novara e venne ribattezzata con lo stesso nome. Quella che verrà ricordata dopodomani è la più antica ed ebbe luogo alla Bicocca, allora a qualche miglio di distanza dalla città. Era il 27 aprile, come venerdì e le forze milanesi di Francesco II Sforza, massicciamente rimpolpate dall'esercito spagnolo di Carlo V, ebbero la meglio sulle truppe francesi di Francesco I che si erano impossessate del ducato di Milano sette anni prima. Lo scontro riconsegnò i domini agli Sforza, ma si spinse oltre. Fu il preludio della disfatta transalpina di tre anni dopo, culminata con la cattura del sovrano che venne liberato da Madrid dietro pagamento di un'ingente cauzione, la firma sotto un trattato umiliante e la rinuncia alle rivendicazioni sull'Artois, le Fiandre e il regno di Napoli.
Dopodomani, a 496 anni di distanza da quel 1522, nel campus dell'università verrà rievocata la battaglia per il secondo anno consecutivo. Milano insomma rispolvera il suo passato anche attraverso gli scontri più sanguinosi. La battaglia della Bicocca è passata alla storia per l'uso dell'archibugio, all'epoca all'esordio sui cambi di combattimento. Grazie a loro le truppe nemiche potevano essere respinte con successo e, a farne le spese, furono soprattutto i fanti svizzeri che lasciarono sul terreno circa tremila morti.
Molte le iniziative aperte al pubblico come i laboratori, tra i quali spicca quello sulla riproduzione dei berretti simili a quelli indossati dal duca Francesco II Sforza. La festa sarà anche l'occasione per spegnere le venti candeline sulla torta dell'ateneo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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