Ennesimo fronte aperto del Comune contro il governo. Questa volta Palazzo Marino e non solo, perché l'intenzione è condivisa dalle grandi città a prescindere dal colore politico, è di ricorrere contro il «mancato ripristino dei trasferimenti ai Comuni da 560 milioni che nel 2014 furono bloccati e che dovevano essere liquidati a partire dal 2019. Il Comune farà ricorso, stiamo valutando se per vie civili o amministrative». Ad annunciarlo l'assessore al Bilancio, Roberto Tasca, durante la presentazione della delibera di bilancio di previsione 2019 approvata dalla giunta ieri mattina, che ha parlato del Dl 66 ovvero dei fondi che «il governo, con una decisione unilaterale, che ha profili di illegalità, ha detto di considerare già compresi nel fondo solidarietà dei Comuni». Si parla di un tesoretto di 560 milioni che nel 2014 furono bloccati e che avrebbero dovuto essere liquidati dal 2019.
Per fra quadrare in conti, dopo le grida i dolore di gennaio, e con la spada Damocle della scadenza di legge del 31 marzo per l'approvazione dei bilanci comunali, Palazzo Marino è ricorso ai dividendi straordinari di Sea. Ai 38 milioni di dividendi ordinari che la società di gestione degli scali milanesi versa al Comune ogni anno, si aggiungono i 40 milioni di straordinari che possono essere richiesti una tantum. Oltre a ciò l'assessore Tasca ha fatto ricorso anche ai 7,5 milioni di utili straordinaria derivanti dal 20 per cento di quote del Comune delle farmacie. Tra le entrate anche 5 milioni di euro in più rispetto al 2018 derivanti dalla tassa di soggiorno. Si chiude così l'anno in corso con un pareggio di 3,4 miliardi di euro per la parte corrente e di 3,2 miliardi di euro per la parte in conto capitale. La delibera passa alla discussione in Consiglio Comunale per l'approvazione definitiva.
Soddisfatto il sindaco Beppe Sala, a fronte anche di bilancio chiuso, «senza intaccare i servizi».
È già prevista a luglio una variazione di bilancio in cui verranno inserite anche la riforma del trasporto pubblico locale. Tradotto l'adeguamento del biglietto a 2 euro su tutta la città metropolitana. Un'operazione che se l'assessore al Bilancio legge come una misura di equità tra chi utilizza i mezzi e i milanesi che versano le tasse al comune, ha anche il sapore di un aiutino al bilancio 2019. «Sul biglietto penso che gli utenti debbano corrispondere il servizio per il 50-55% perché così da sempre sono andati avanti i trasporti di Milano - ha spiegato -.
Si tratta di far partecipare al costo del servizio gli utenti che risiedono nell'area metropolitana fuori Milano e che versano le tasse locali, come Imu e addizionale Irpef, nella casse dei comuni di residenza. Si tratta di riequilibrare tra cittadini e utenti il costo dei servizi».
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