Bilancio, i conti non tornano le aziende come un bancomat

Il Comune spreme Sea e Atm e accusa Renzi: «Su Expo fa il gioco delle tre carte» I costi extra per l'evento diventano una tassa mascherata da 31 milioni sui milanesi

Bilancio, i conti non tornano le aziende come un bancomat

La gestione Moratti era il male assoluto. Quante volte la sinistra e il sindaco Pisapia negli anni scorsi hanno accusato l'ex sindaco di svuotare le casse delle aziende partecipate per far quadrare i conti. Eppure: anche per chiudere il Bilancio 2015 la giunta userà le società pubbliche come bancomat. Preleverà da Sea (aeroporti) un dividendo straordinario da 30 milioni, altri 12 milioni da Atm, quindi 42 in tutto. E un'altra promessa viene smentita: l'assessore al Bilancio Francesca Balzani giusto a novembre aveva garantito che i costi straordinari per Expo - pulizie, personale, trasporti pubblici, aperture serali dei musei e così via - presentati al governo ammontavano a 114 milioni ma «se ne arriveremo di meno taglieremo dei servizi ma non faremo pagare un euro di più ai milanesi». E invece, l'arrivo dei 20 milioni di visitatori nei 6 mesi dell'Esposizione diventa una tassa mascherata da 31 milioni (ma potremmo dire anche 48) a carico dei residenti. Il governo ne ha trasferiti solo 60? Nella bozza di Bilancio approvata ieri dalla giunta sono iscritti alla voce 14 milioni di «esigenze connesse ad Expo non coperte dai trasferimenti statali», per le pulizie di strade e la cancellazione dei graffiti ad esempio, il decoro della città. Poi ci sono i 17 milioni che vanno a compensare l'aumento dei trasporti pubblici per 52 milioni, coperti dallo Stato solo con una quota di 35. E si dovrebbero aggiungere gli altri 17 che il Comune deve stanziare sempre per garantire il servizio Atm rafforzato nonostante il pari taglio dalla Regione sul Tpl.

La giunta approva dunque le linee guida del conto economico, la Balzani le sottoporrà a maggioranza e opposizione in Commissione giovedì prossimo e «spero che l'aula voglia mandare un messaggio forte al governo». Già, perchè per votare il Bilancio definitivo ci sarà tempo fino a fine marzo e l'assessore confida che il governo Renzi abbia un sussulto perchè «i tagli attuali ai trasferimenti gridano vendetta» e «siamo in una situazione di totale incertezza». Tra mancato rifinanziamento (ad oggi) del fondo garantito l'anno scorso ai Comuni per il passaggio dall'Imu alla Tasi )89 milioni per Milano) e tagli al fondo d solidarietà (44 milioni), fa presente che «mancano all'appello 135 milioni». E accusa in pratica Renzi di aver fatto il gioco delle tre carte: «Ci ha dato 60 milioni per Expo ma ne ha tolti 44 col fondo, è come se per gli extracosti di Milano per l'evento il governo contribuisse con appena 17 milioni». I tavoli di trattativa sono ancora aperti, ma ad oggi dunque il buco viene coperto con i dividendi, oneri di urbanizzazione (23 milioni), un accantonamento del debito ridotto su multe, affitti (167 milioni). Balzani assicura ce non ci saranno aumenti di tariffe ma la spesa corrente aumenta di 148 milioni rispetto al 2014, da collegare soprattutto al fattore Expo e ai mutui su M4 e M5. Tra i settori, le uscite crescono soprattutto sull'Educazione (5,7 milioni in più), sulla Cultura (2 milioni) e sul Personale (4 milioni).

Alla voce entrate invece, grazie a Expo la tassa di soggiorno passerà dai 35 milioni del 2014 a 60 e la vendita dei biglietti Atm crescerà di 17 milioni. «I oonti non tornano per parecchi milioni - attacca Riccardo De Corato (Fdi) - pagheranno i milanesi».

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