«Bimbo investito, strisce blu irregolari»

«Bimbo investito, strisce blu irregolari»

Anche il Comune ha la propria fetta di colpa quando accadono incidenti come quello di lunedì pomeriggio all'angolo tra via Galvano Fiamma e via Macedonio Melloni nel quale è stato investito un bambino di 10 anni che con la madre stava attraversando la strada sulle strisce pedonali. Certo: non si discute sulla gravità di un'omissione di soccorso e sul gesto dell'autotrasportatore ecuadoriano 56enne fuggito, dopo aver abbandonato sul posto il furgone con il quale aveva tirato sotto il ragazzino, in preda allo shock. Tuttavia, alla base di questo come di tanti altri incidenti stradali e anche all'origine di comportamenti estremi come quello della fuga dopo un investimento, c'è un modo di concepire la città che non contempla il rispetto delle persone che ci vivono. Lo sostengono i 53 giornalisti di settore che, dal settembre 2012, hanno dato vita alla Compagnia dell'automobile, un «libero gruppo d'opinione senza fine di lucro», come loro stessi si definiscono, che ha come principale attività la difesa del cittadino automobilista, una più puntuale e incisiva informazione sui temi relativi all'auto e del mondo dei motori per difenderne e valorizzarne i valori sociali, economici, tecnici, sportivi, culturali e di passione. Sono stati proprio quelli della Compagnia, nel gennaio 2013, a sottoporre all'assessore alla Mobilità di Palazzo Marino Pierfrancesco Maran diverse problematiche legate al traffico ella viabilità sul territorio milanese. Tra queste il problema delle strisce blu, che consentono la sosta a pagamento e costituiscono una voce importante per gli introiti comunali. Proprio per questo, per la loro valenza economica, il criterio con cui sono state dislocate è spesso selvaggio. E non solo perché c'è chi se le è trovate davanti a un passo carraio o, comunque, davanti a all'entrata di uno stabile e non riesce più quindi a uscire di casa.
«Avevamo spiegato a Maran - sottolineano alla “Compagnia dell'automobile” - che l'articolo 158 del codice della strada vieta di parcheggiare ad almeno 5 metri da un incrocio. La stessa distanza da osservare in prossimità delle strisce pedonali, prima e dopo. Con le auto troppo vicine agli attraversamenti pedonali, infatti, sia chi passa sulla carreggiata sia chi si appresta ad attraversarla, soprattutto da sinistra a destra, non vede l'altra persona: il pedone non è illuminato dalle luci, chi guida un'auto si trova davanti un angolo cieco. Ed è lì, quando è ormai troppo tardi, che le due figure, pedone e automobilista, si trovano una davanti all'altra. E c'è l'investimento. Esattamente come è successo l'altra sera in via Fiamma».
«Purtroppo Milano è piena zeppa di strisce blu fuorilegge, che restringono la carreggiata - continuano alla Compagnia dell'automobile -. Ce ne sono persino in curva, vicino alle fermate del metrò...Certo: ciascuno di questi parcheggi costituisce un introito di almeno 300 euro mensili per il Comune.

Così vogliamo ribadire a Maran, che aveva liquidato il problema davanti a noi come tecnico e non politico, che invece è l'esatto contrario: il problema è politicissimo! Meno strisce blu significa meno denaro per le casse di Palazzo Marino».

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