Se questa storia fosse un film, sarebbe bello raccontarla partendo dalla scena finale: l'immagine di un bimbo accoccolato sulla pancia della sua mamma a bordo di un elicottero che decolla. Epilogo di una mattinata convulsa in una casa di Pozzo d'Adda, in provincia di Milano: un parto inaspettato in casa, il piccolo subito in crisi respiratoria, poi l'arresto cardiaco, l'arrivo dell'ambulanza, l'intervento dei volontari, fino all'arrivo del medico quando il piccolo ha già ripreso a respirare.
L'incubo per la mamma è cominciato di mattina presto. La donna, incinta alla 28esima settimana, si sveglia e va in bagno. Sente delle spinte, all'inizio pensa a qualche semplice contrazione. Ma qualcosa non va, il dolore è troppo forte e improvviso. Mancano ancora più di dieci settimane per arrivare al termine della gravidanza, ma la testa del piccolo è già fuori. Il piccolo vuole nascere e vede la luce in casa, senza preavviso, senza travaglio.
Dopo i momenti concitati del parto, cominciano subito i problemi. Il piccolo non respira bene. Scatta il panico e la telefonata al 118. Sono le 7.42. La sala operativa del 118 di Milano invia immediatamente sul posto un'ambulanza. I volontari si trovano davanti un neonato in evidenti difficoltà respiratorie. È in arresto cardiaco. Scatta il piano salva vita. Guidati al telefono da un medico della centrale operativa del capoluogo, cominciano le manovre di rianimazione.
Massaggio cardiaco e ventilazione su un corpicino minuscolo, che pesa poco più di un chilo. I movimenti dei soccorritori sono delicatissimi, la pressione sul petto viene fatta soltanto con un dito per non creare danni alla cassa toracica e a quelle ossicine non ancora del tutto formate. Nonostante tutto i volontari riescono nell'impresa. E mentre sono affaccendati intorno al bimbo, anche la sala operativa è al lavoro: viene attivata la rete di soccorso neonatale, inviato l'elisoccorso dalla base di Milano. Sul posto arriva un medico che rileva la ripresa dell'attività respiratoria autonoma del piccolo. Non c'è bisogno di intubarlo, basta l'ossigeno.
La mamma e il neonato vengono portati a bordo dell'elicottero e inviati all'ospedale di Lecco, dove l'equipe neonatale è pronta ad accoglierli. Ora il bimbo è monitorato in una culla del reparto di terapia intensiva. Dopo il momento dell'adrenalina e dell'emergenza, un operatore del 118 si scioglie in lacrime, fiero e commosso.
«Prontezza degli operatori 118, efficienza di Areu e della rete di patologia neonatale salvano vita a un neonato.
Forza Piccolo! Una nuova pagina di buona sanità lombarda» commenta su Twitter l'assessore alla Salute della Regione Lombardia, Mario Mantovani che ieri pomeriggio si è recato all'ospedale per fare coraggio ai genitori.Ora sono in tanti a fare il tifo per il piccolo e a pregare perché stia bene.
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