Cronaca locale

"Bisogna battere questo virus. E forse 7 giorni non bastano"

L'assessore al Welfare Giulio Gallera conferma che alcune misure restrittive come le scuole chiuse potrebbero essere prolungate

"Bisogna battere questo virus. E forse 7 giorni non bastano"

Non indossa la mascherina e non deve dormire in Regione come il governatore Attilio Fontana (anche se arriva comunque a casa tardissimo da giorni e ci resta poche ore) ma anche l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera due sere fa ha dovuto eseguire il tampone dopo che una stretta collaboratrice del presidente è stata trovata positiva al Coronavirus.

Le immagini di Fontana che indossa la mascherina in diretta web hanno sollevato polemiche dai partiti di opposizione, doveva evitare?

«Ha fatto quello che doveva fare, stiamo dicendo da giorni ai cittadini di comportarsi in un certo modo e poi il governatore trasgredisce? È un atto di correttezza. Gli operatori di pubblica utilità che hanno avuto contatto diretto con un positivo devono fare il tampone e, se negativi, possono continuare a lavorare, ma usando mascherina e guanti quando sono in pubblico».

Il sindaco Beppe Sala ha invitato il governo a riaprire i musei o altro e spinge perché Milano riparta dopo il «coprifuoco» imposto con ordinanza domenica scorsa. Cosa ne pensa?

«Il sindaco è il primo che dovrebbe avere senso di responsabilità. Regione e governo hanno condiviso una serie di misure ben sapendo che creavano problemi, ma per cercare di contenere il più possibile la diffusione del virus e voltare pagina prima possibile. Abbiamo sentito gli organi superiori della sanità, infettivologi, epidemiologi, non ci siamo inventati un'ordinanza. Il ragionamento è stato: se la gente rallenta la vita sociale, gira meno, in 15 o forse solo 7 giorni riusciamo ad arginare il virus, curiamo chi lo ha maturato e riusciamo a gestire l'emergenza. Se non lo avessimo fatto, il rischio era di trovarsi tra due mesi con il 50% degli italiani contagiati e un'assistenza sanitaria ingestibile, magari decessi perché le terapie intensive sono insufficienti. Meglio chiedere un sacrificio che trovarci magari tra due mesi tacciati a livello internazionale come quelli che hanno sottovalutato e gestito male la crisi, sarebbe un colpo definitivo alla nostra immagine e all'economia».

Sala non deve ascoltare le proteste di imprese e commercianti?

«Le sentiamo anche noi e stiamo cercando di far capire la logica di queste misure, servono a non rischiare di trovarci in una situazione ingestibile. Un sindaco dovrebbe avere a cuore questo, non il plauso del commerciante oggi. Peraltro aveva detto che le ordinanze si attuano e non si commentano, mi aspetto che le sue dichiarazioni siano frutto di un momento di stanchezza».

Ma l'ordinanza sarà replicata per un'altra settimana? Scuole, musei, teatri, cinema chiusi?

«Da domani (oggi, ndr.) partirà il confronto con il governo e le altre regioni sulla linea da tenere. Non sono in grado di dire se proseguiremo. È chiaro che gli effetti del contenimento non si possono vedere in tre giorni, ma in 10 o 15. Quindi la scienza ci dice che alcune misure forse potrebbero essere prorogate, magari non tutte o con qualche mitigazione, penso ai musei con ingressi contingentati».

Come valuta la situazione a Milano dopo il corista della Scala e un anestesista del San Paolo contagiati?

«In città non c'è un piccolo focolaio o una realtà di contagio in espansione. E al momento anche nel resto della Lombardia non sono in previsione nuove zone rosse. Abbiamo dati che iniziano a rincuorarci, anche se non sono in grado di dire che l'emergenza sta finendo».

Si aspettava la polemica del premier Conte sulle «falle» della sanità lombarda?

«Abbiamo risposto tempestivamente all'emergenza, stando in continuo contatto con il ministero della Sanità e seguito i protocolli. Ha aperto lui la polemica e abbiamo reagito tutelando il miglior sistema sanitario d'Italia».

In compenso Fontana ha ricevuto la solidarietà di Renzi via sms...

«Abbiamo sentito una forte solidarietà complessiva anche da tanti consiglieri e parlamentari Pd, con il ministro Speranza ci sentiamo di continuo.

Per questo la polemica di Conte, dopo che aveva raccomandato l'unità e la collaborazione, è suonata stonata».

Commenti