«Bivaccano qui per ore e spesso sono violenti»

Avrà al massimo 35 anni. È vestito in modo semplice, ma tutto sommato dignitoso. Sdraiato sull’asfalto, sembra quasi morto. I passanti lo evitano con cura, solo qualcuno si ferma a verificare che sia vivo. Lui però non si preoccupa di dare segnali di vita. Se ne sta a pancia in su, il braccio destro disteso, completamente immobile. Finché dopo una mezz’ora abbondante ecco il primo cenno: il «moribondo» si gira a fatica su un fianco. Ora ne siamo certi: sopravviverà alla sbornia colossale che lo ha messo ko.
Sono le 22 e 30 e lo scenario in piazza Oberdan, un angolo semi-nascosto in pieno centro, a pochi metri dai negozi di corso Buenos Aires e dai giardini di Porta Venezia, è desolante. Una cartolina orribile per i turisti in città. In ogni lato, gente svenuta sull’asfalto e ubriachi molesti. La piazza trasformata in latrina a cielo aperto: ci orinano senza curarsi dei passanti. E per terra, bottiglie di vetro e rifiuti non si contano neanche più. Eppure questa in piazza Oberdan dovrebbe essere una serata speciale: è la prima, infatti, in cui prendono servizio i militari appena inviati dal Governo per garantire la sicurezza a Milano. In verità non si tratta di un presidio fisso: i tre soldati, accompagnati da due poliziotti, fanno la spola dalle 19 alle 7 del mattino tra via Vittor Pisani, piazza della Repubblica e appunto piazza Oberdan.
Sono state le proteste dei residenti a convincere il Comune a destinare parte dei rinforzi in questa zona, insieme ad altre nove aree calde della città. E ora i cittadini vogliono i risultati. «Guardi qui, è uno schifo - dice la signora Anna, mentre indica un gruppetto di sudamericani -. Stanno qui a bere tutto il giorno. Sporcano, fanno pipì dappertutto, ti molestano con richieste di monete e sigarette. Se provi a dire qualcosa, vanno in escandescenza. Sono ubriachi persi, ma quando passano le volanti si dileguano in un attimo». Furbi, e poi? «E poi tornano sempre». Anche un ragazzo che lavora a McDonald’s conferma. «Sono soprattutto filippini e peruviani a “fare casino” qui». I netturbini dell’Amsa sono abituati a passare più volte nel corso della giornata. La sporcizia è comunque dappertutto. «Non fai in tempo a pulire che sporcano di nuovo. I vagabondi che bivaccavano in Centrale qualche tempo fa si sono spostati tutti qui», ci dice uno di loro.
Non ci sono solo ubriaconi però. Incontriamo anche due tossici italiani in cerca di monete. E nei vicini giardinetti sul ciglio della strada, i nordafricani fumano e spacciano hashish. C’è poi il caso dei rifugiati politici eritrei. Da aprile trascorrono qui tutte le notti. Non hanno una casa, né dei soldi. Appoggiano i loro materassi in mezzo alla piazza e buonanotte. Uno di loro, Paulus, ci spiega che anche loro sono costretti a fare le ronde. «Siamo 47 e di notte teniamo sempre due o tre di guardia. Non c’è da fidarsi, qua intorno è pieno di balordi».
Poco prima di mezzanotte fanno il loro ingresso in piazza i militari. Cercano di convincere con le buone gli eritrei a sistemarsi solo ai lati, lasciando libero il passaggio.

Non rivolgono neanche una parola agli ubriaconi. Li avevano già allontanati nel pomeriggio. Come è finita? È l’una di notte, i soldati se ne sono andati e sdraiati su una panchina due «moribondi» si fanno l’ennesimo fiasco.

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