Blitz anti degrado in via Lecco La rabbia della comunità gay

Controlli per le denunce dei residenti su schiamazzi e alcol Le associazioni lgbt: «Discriminati, i controlli solo su di noi»

Marta Bravi

Via Lecco. La nuova gay street milanese. Una strada animata di locali, molti frequentati soprattutto dal mondo omosessuale. Dal venerdì alla domenica il mondo lgbt milanese si dà appuntamento qui, nel quadrilatero alle spalle di corso Buenos Aires. Musica ad alto volume, bottiglie di vetro, gente che urla e schiamazza fino a notte fonda, con il consueto corollario di auto in doppia fila e traffico in tilt. A questa situazione si aggiungono i profughi che gravitano attorno alla storica comunità di eritrei della zona. «Ci sono moltissimi stranieri che bivaccano in strada dalla mattina alla sera utilizzando i marciapiedi come toilette e la strada come luogo di ritrovo, creando degrado e caos» denunciano i residenti. Dall'altra parte ci sono i cittadini, che nel week end non chiudono occhio, non possono entrare in auto a casa perché la via è bloccata e la mattina devono fare lo slalom tra bottiglie vuote e sporcizia di ogni tipo. Il clima è teso, l'esasperazione alle stelle, la convivenza impossibile. In mezzo ci sono i gestori dei locali che - a quanto denunciano gli abitanti - non rispettano le regole: porte dei locali aperte per far sentire la musica in strada e attirare clienti, minimarket che vendono alcolici in bottiglie di vetro, nonostante sia vietato, e qualche furbo che approfitta della situazione per vendere alcolici senza averne la licenza.

I residenti del quadrilatero tra via Lecco, Palazzi, Lazzaretto e via Vittorio Veneto hanno chiesto al municipio di intervenire. Preoccupati anche dell'ipotesi ventilata di una pedonalizzazione della via, che peggiorerebbe la situazione. Il 12 ottobre il consiglio del municipio 3 delibera all'unanimità la richiesta di un presidio fisso di militari, il rispetto degli orari di chiusura dei locali e del regolamento in tema di rumore, controlli delle licenze, interventi sulla sosta selvaggia e un servizio straordinario di pulizia. Viene invece bocciato l'emendamento del capogruppo azzurro Marco Cagnolati in cui si chiede «che il consiglio esprima parere contrario alla pedonalizzazione della via, come chiesto dai residenti». «Non è pedonalizzando la strada - attacca Cagnolati - quindi condonando una situazione di fatto che si risolve il problema, anzi».

Due giorni fa scattano i primi controlli dell'annonaria sui alcuni locali. Ma Arcigay Milano grida alla discriminazione. «Ieri pomeriggio, via Lecco è stata teatro di un impressionante dispiegamento di forze della polizia e dei vigili per effettuare dei controlli di routine su cinque locali. Quegli stessi locali il mattino avevano ricevuto le ispezioni di ASL e ispettorato del lavoro. Oggetto dei controlli così concentrati e coordinati sono stati solo esercizi commerciali frequentati dalla movida gay e dai migranti». «La tutela del riposo notturno, il decoro e il vivere civile dovrebbero essere accolti favorevolmente da tutti invece di sollevare faziose polemiche» ribatte la consigliera della Lega Rita Cosenza. A difesa di Arcigay si schiera Sinistra per Milano: «Siamo convinti che, più che le multe e le divise, la sicurezza la facciano le luci accese e le persone che vivono questi luoghi - commenta Aurelio Labella -.

Rivendichiamo come molto importanti per la città le attività che si svolgono nel quadrilatero». «Non è forse d'accordo l'Arcigay che il rispetto della legalità sia l'elemento essenziale di una città moderna, civile, multiculturale in cui tutti vorremmo vivere?» si chiedono i cittadini.

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