Dal blocco straordinari al ritiro delle delibere coi tagli agli stipendi

Diciotto mesi di vertenza sindacale durissima, 180 ore di sciopero, blocco degli straordinari per la Prima della Scala, gli Oh bej! oh bej!, la notte di San Silvestro, presidi e manifestazioni. 2002, amministrazione Albertini. Il risultato? Il contratto decentrato integrativo della polizia locale di Milano, unica città ad avere un contratto specifico per la polizia locale, distinto da quello dei dipendenti pubblici.

Il contratto, che ha la particolarità di essere vincolato alla presenza degli agenti, è finito nel mirino di Palazzo Marino perché non sarebbe in linea con la legge Brunetta. Il feroce contenzioso tra giunta Pisapia e i 3085 ghisa, che hanno scioperato durante il derby del 23 novembre e hanno rischiato di far saltare la fiera di Sant'Ambrogio e Prima, è stato congelato la notte del 3 dicembre con la firma dell'accordo che ha sospeso le due delibere contestate e riaperto il tavolo di confronto. Il 7 e il 9 gennaio i prossimi incontri. La «tregua è armata», ma i vigili hanno sospeso sciopero degli straordinari e si sono presentati tutti a lavoro la notte di Capodanno. A Roma per esempio la vertenza sul contratto tra comune e agenti è aperta e gli agenti sono in stato di agitazione, tanto che in molti non si sarebbero presentati a lavoro la notte di san Silvestro per lo sciopero degli straordinari.

«Il nostro contratto andrebbe esportato in tutte le città, è snello nella sua applicazione e strettamente legato alla presenza, è dal 2002 che funziona bene e permetterebbe di risolvere tantissime vertenze, in primis a Roma - spiega Daniele Vincini, segretario regionale Sulpm -. In sostanza più si lavora più si guadagna, e viceversa: niente a che vedere con la proposta che ci ha fatto il Comune basato su schede di valutazione e produttività». Il meccanismo su cui si basa l'integrativo, infatti, prevede la decurtazione di 80 euro dal salario accessorio se non ci si presenta al turno. In caso di malattia gli agenti sono tenuti a presentare il certificato medico prima dell'inizio dell'orario di servizio. Con la malattia non si percepisce il salario accessorio, che equivale a circa 25 euro al giorno. Il sistema che premia la presenza (un festivo vale 100 euro) produce anche effetti indesiderati ovvero «colleghi che si presentano a lavoro anche se malati pur di non perdere lo stipendio» spiega ancora Vincini. Fatto sta che a Milano si registra il più basso indice di assenteismo tra dipendenti pubblici. «Altro che schede di valutazione - polemizza ancora Vincini: «abbiamo calcolato che solo per compilarle verrebbero bruciate 9mila ore di servizio sull'altare dell'immobilismo».

I festivi, però, valgono tutti uguale: che si lavori di domenica o a San Silvestro non cambia.

Tra le richieste dei sindacati l'introduzione di un gettone di presenza per chi lavora nelle feste comandate il riconoscimento di una forma di «indennità di ordine pubblico», come avviene per gli agenti di polizia in servizio allo stadio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica