«Bocciati abiti rossi e con lo strascico Io tra americani, tedeschi e francesi»

La signora dei salotti ha un palco prenotato da oltre vent'anni

Paola Fucilieri

«Ungaretti scrive: Il mio supplizio è quando non mi credo n armonia. Ecco, giovedì sera, al termine alla fine dell'Andrea Chénier, ho provato una sensazione totale, rarissima, di armonia assoluta. Ero arrivata molto prevenuta e sono rimasta sorpresa. Chailly ha fatto un lavoro straordinario, non c'è stato nulla che sbavasse: costumi e scenografia estremamente moderni seppur rispettosi dell'epoca, un ritmo straordinario, voci importanti che appartengono anche a grandi interpreti, ma...».

Ma?

«Le signore devono capire che il rosso (ma anche il verde) alla Prima del 7 dicembre proprio non va indossato. Rossa è la Scala».

Claudia Buccellati va alla Scala da circa quarant'anni e da oltre venti ha un palco. Non manca mai a una Prima.

Insomma, tutto ok venerdì sera tranne i look delle signore?

«Alla Scala ci si può vestire di nero, blu notte, grigio, bianco, da utilizzare con parsimonia anche l'oro e l'argento. Il rosso no davvero. Se poi dall'abito rosso escono anche le ciccette, non so se mi spiego...».

Eccome. Altre mise da evitare a suo parere?

«Abiti con lo strascico: lo pesteranno. Sempre. E naturalmente i nude look».

Continuando a parlare di impatto estetico e di gusto, passiamo agli addobbi. Cosa ha apprezzato in particolare?

«Quelli del palco reale. Molto sobri ma davvero più chic e attuali del solito. Poi ho trovato molto divertenti i centro tavola utilizzati alla cena dalla Società del Giardino, addobbati con un cappello frigio, il copricapo rosso conico con la punta ripiegata in avanti simbolo della rivoluzione francese».

Facciamo il punto: con il passare degli anni la Prima della Scala resta comunque un appuntamento imperdibile?

«Assolutamente. Condivido in pieno quanto ha sottolineato il ministro Franceschini, cioè che forse non ci rendiamo conto ma la Prima alla Scala è un evento atteso in tutto il mondo. Accanto al mio palco c'erano americani, sopra tedeschi, davanti francesi...La Scala nel corso degli anni ha seguito Milano. Anzi, l'ha anticipata. Come le vetrine di Milano che anticipano persino quelle di metropoli come Parigi o Londra».

L'ha anticipata? Cosa vuol dire signora?

«La Scala è una persona come Milano è

una persona, una cosa viva, che sa adeguarsi e anticipare i tempi. Il valore della Scala sta proprio nel suo brand di lusso. L'essere in anticipo, però, non significa essere scomposti, sguaiati o peggio ancora scosciati».

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