Cronaca locale

Quella bocciatura di Pisapia che fa paura al Pd

Un sondaggio «riservato» stronca l'attività del sindaco

Nei giorni scorsi il Pd milanese ha commissionato alla Lorien Consulting un sondaggio sul gradimento del sindaco Giuliano Pisapia e della sua giunta. I risultati dovevano rimanere «rigorosamente segreti», ma si sa, gli esiti delle indagini demoscopiche di tipo politico sono riservate quanto i segreti istruttori o le intercettazioni telefoniche se riguardano i politici: resta, cioè, tutto top secret tranne quello che si vuole far sapere. E così, ad esempio, la prima cosa che si sa (e quella che più velocemente viene diffusa) è che Pisapia non raggiunge la sufficienza. Di quanto? Questo davvero non ce lo dicono – almeno per ora. Forse perché il dato più che cattivo è pessimo e renderlo noto provocherebbe effetti devastanti sulla coalizione e sulla giunta di Palazzo Marino. O perché il Pd, anzi Renzi, che a questo punto vuole un sindaco «suo», anzi renziano, preferisce tenere quel dato in tasca e tirarlo fuori in caso di improbabili ripensamenti di Pisapia alla ricandidatura. Fatto sta che non si capisce perché il non gradimento venga rivelato (in modo ambiguamente parziale) ora che l'avvocato arancione è ormai fuori gioco. Tanto da alimentare il dubbio che anche Pisapia si sia fatto fare un suo sondaggio, i cui risultati lo hanno convinto a non riprovarci. E poi perché meravigliarsi? Nelle elezioni del 2011 il candidato arancione ha vinto al ballottaggio col 55,11% dei voti validi con un'affluenza alle urne del 67,24%: insomma è stato votato da meno del 40% degli elettori, per molti dei quali, al secondo turno, come «male minore». Perché, dunque, oggi dovrebbe piacere alla maggioranza? Soprattutto tenendo conto dei risultati della sua giunta. Del gradimento degli assessori accertato dal sondaggio si sa poco, o meglio si sa solo quali sono i «bravi» e non si ha alcuna notizia sui «cattivi», evidentemente le indiscrezioni sono molto ben filtrate. E i quattro «bravi» assessori sono: Pierfrancesco Maran (Trasporti), Carmela Rozza (Lavori Pubblici), Pierfrancesco Majorino (Assistenza) e il potente vicesindaco e assessore all'Urbanistica Ada Lucia De Cesaris. Tutti del Pd per un sondaggio ordinato dal Pd e rimasto solo parzialmente riservato. Una singolare coincidenza. Anche perché francamente non si capisce come sia possibile che Pisapia venga bocciato se gli assessori più rappresentativi della sua linea e del suo programma elettorale vengono promossi. Due esempi: Maran integralista della bicicletta, disseminatore di piste ciclabili e nemico giurato delle automobili; De Cesaris, la vestale dell'urbanista che ha costretto giunta e Consiglio comunale a spendere tutto il primo anno per stravolgere il piano di governo del territorio (Pgt) della giunta Moratti per sostituirlo con uno molto meno orientato allo sviluppo e alla crescita, perdendo cosi alcune decine di milioni di oneri di urbanizzazione, che ad un bilancio dal fiato cortissimo come quello di Palazzo Marino avrebbero fatto tanto comodo. Considerazioni analoghe si possono fare per Majorino e Rozza. Perché dunque se loro, che hanno attuato il programma di Pisapia, piacciono agli elettori, Pisapia non piace? Perché è antipatico? Certamente no: di lui tutto si può dire tranne che sia antipatico. Anzi, una delle ragioni del suo successo quattro anni fa fu proprio questa sua immagine simpatica e da «gran brava persona», contrapposta ad una Letizia Moratti considerata quanto meno fredda, distante e aristocratica, nonostante i suoi sforzi di apparire affabile e popolare.

Resta dunque la possibilità che questo sondaggio, riservato ma non abbastanza, sia stato una mossa del Pd, anticipata da Pisapia, per escluderlo dalla corsa del 2016.

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