Boom di votanti, alle primarie vincono gli azzurri

A Busto Arsizio scelto il commercialista Antonelli. «Ora tutti al lavoro»

Maria SorbiIl centrodestra ha poca dimestichezza con le primarie. Ma quelle appena organizzate a Busto Arsizio, in provincia di Varese, sono state un banco di prova importante. Hanno innanzitutto dimostrato che il popolo della destra liberale e moderata esiste. La maggioranza silenziosa, insomma, forse così silenziosa non lo è più: alle consultazioni di domenica scorsa si sono presentate 3.766 persone (un migliaio in più rispetto alle primarie organizzate dal Pd a Varese), confermando che la voglia di partecipare è alta. Il pieno di voti lo ha fatto Emanuele Antonelli: con 1.978 consensi ha raccolto il 53% delle schede a favore. Sarà lui, commercialista, 56 anni, ex coordinatore Pdl, a rappresentare il centrodestra bustese e a scendere in campo alle comunali contro Gianluca Castiglioni (Pd). Antonelli ha superato di oltre 800 voti la rivale leghista Paola Reguzzoni (1.104 voti) e ha lasciato a 665 voti l'ex Dc Eugenio Vignati, con il quale ora sta imbastendo una linea comune in vista delle amministrative. «Da oggi - commenta il candidato sindaco - siamo al lavoro per costruire l'alleanza con tutte le anime del centrodestra. La mia volontà è quella di unire e rappresentare tutti». Mentre a Roma la tensione nel centrodestra rimane alle stelle, in Lombardia si lavora su tavoli comuni: a Milano con la coalizione a sostegno di Stefano Parisi, a Busto Arsizio con una squadra il più possibile compatta. In realtà qualche mal di pancia da risolvere c'è. Soprattutto all'interno di alcune aree della Lega Nord che non sembrano così disposte alla collaborazione. Busto Arsizio riconferma la sua vocazione riformista e moderata: già durante la scorsa tornata elettorale era stato l'unico comune della Lombardia in cui il centrodestra (con il sindaco Gigi Farioli) aveva vinto senza bisogno del ballottaggio. Ora fa scuola anche per le primarie. «Il caso di Busto - commenta la segretaria provinciale di Forza Italia, Lara Comi - dimostra che le primarie sono molto utili per la scelta dei sindaci. Hanno semplificato le cose e fatto in modo che i patti fossero chiari». «Queste primarie - sostiene l'eurodeputato degli Azzurri Stefano Maullu - dimostrano che non serve urlare, né fare populismo spinto quando si tratta di governare. Le consultazioni hanno permesso di scegliere un ottimo candidato, che incarna i valori del popolo dei moderati. Serve un bel partito centrista».

Anche l'ex consigliere regionale ed esponente del Pd Giuseppe Adamoli fa alcune considerazioni: «Il sentimento di centrodestra, non quello leghista, è ancora forte - sostiene - e sopravvive alla crisi berlusconiana. Nella sinistra chi ignora questo fatto rischia la sindrome masochista di Tafazzi».

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