C'è una novità inaspettata nelle indagini sull'esplosione di domenica in via Brioschi in cui sono morte tre persone. Fin dalla prime ore l'ipotesi più probabile era sembrata quella che la fuga di gas letale fosse partita dalla cucina dei due fidanzati maceratesi rimasti uccisi, Riccardo Maglianesi e Chiara Magnamassa. Ora invece gli inquirenti non escludono affatto che l'origine della perdita sia stato invece l'appartamento di Micaela Masella, la vicina anche lei morta nello scoppio.
Dalle indagini per disastro colposo a carico di ignoti infatti non sarebbe emersa alcuna certezza. Si sta verificando quindi anche l'ipotesi che inizialmente sembrava essere stata scartata. Rimane difficile per ora anche stabilire le cause della fuga di gas: il malfunzionamento di un impianto o la dimenticanza di un fornello acceso. Le prime risposte dovrebbero arrivare dai dati dei contatori delle utenze degli appartamenti coinvolti, che presto saranno a disposizione del pm Elio Ramondini, e dalle autopsie sui corpi delle vittime in programma per oggi. La lettura dei contatori, che A2a fornirà al più presto agli investigatori, potrà rivelare da quale degli impianti ci siano stati flussi anomali di gas e quindi da dove abbia avuto origine la perdita. Dalle analisi sui cadaveri invece si potrà stabilire quanto gas abbiano respirato le vittime e quanto tempo sia trascorso dall'inizio della fuoriuscita alla deflagrazione. Sarà con ogni probabilità più difficile capire cosa abbia innescato l'esplosione dopo la saturazione dell'ambiente, se una luce accesa - ad esempio- oppure l'attivazione di un cellulare. Se poi dovesse emergere che a perdere è stato un piano cottura, bisognerà stabilire se sia stato acquistato prima o dopo il 1997. In quell'anno infatti sono stati introdotti i sistemi «salvavita». Occorrerà inoltre verificare che siano sempre stati fatti i controlli e gli interventi di manutenzione importi dalla legge. Le indagini sono affidate ai vigili del fuoco, alla polizia scientifica e a una squadra di esperti incaricati dal pm. Intanto dall'ospedale Niguarda arrivano gli aggiornamenti sulle condizioni dei feriti più gravi, le figlie di Micaela Masella, di 7 e 11 anni, e il marito Giuseppe Pellicanò. I pazienti sono stabili, spiegano i medici. L'uomo e la bambina più piccola, ustionata sul 45 per cento di arti e volto, saranno sottoposti a un trapianto di pelle da donatore. Mentre per la bimba più grande, che ha bruciature sul 25 per cento di arti e volto, sono programmate altre medicazioni.
Ieri sera c'è stata la veglia di preghiera in ricordo delle vittime dell'incidente nella parrocchia Santi quattro evangelisti, vicino a via Brioschi. Domani sera ci sarà un altro ricordo, con candele accese in tutto il quartiere.
Gli operai e i vigili del fuoco sono ancora al lavoro nelle palazzine colpite. Le famiglie tuttora ospitate dal Comune in hotel sono undici, in tutto 31 persone. Sono abitanti dei civici 65, 67 e 69. Ieri cinque famiglie sono potute rientrare nelle proprie abitazioni.CBas
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