La buona notizia

Si chiama An Franzago, ha dieci anni, è di origine vietnamita ed è campione provinciale di bocce della Caccialanza di via Padova 91. Chi ha detto che le bocce sono un mondo per vecchi? La Caccialanza, sorta nel 1937 in via Porpora e trasferitasi nel 1969 in via Padova, nei quattromila metri quadrati dove c'era un rottamatore di auto, è un luogo nel quale entrano ogni giorno per allenarsi uomini dai dieci anni in su, e donne come Ilaria Soccini, 23 anni, vicepresidente dell'associazione, nonché campionessa regionale, oppure sua sorella Linda, 18 anni, campionessa italiana.

«Facciamo tanti sacrifici, ma la nostra splendida sede deve restare com'è. Non è solo un orgoglio milanese, ma italiano, perché non è facile trovare una bocciofila altrettanto bella. È stata interamente realizzata dai soci e tutt'ora si mantiene grazie ai nostri personali finanziamenti» racconta Luigi Sardella, 53 anni e presidente del club. L'estate è una palestra magica per le bocce, quel gioco che per alcuni di noi rimane il romantico passatempo che proprio negli anni '60 teneva unite le famiglie sulle spiagge romagnole dell'adriatico. Era quello il mondo delle ferie: la sabbia e il boccino che spesso spariva e nessuno lo trovava più.

Capisci che questo luogo milanese è rimasto a quella genuinità, perché ha il numero di telefono in gigantografia sotto il nome sopra il cancello in ferro e se telefoni ti risponde una voce umana, e dietro la tua domanda senti un coro di voci umane che vanno alla ricerca di Luigi Sardella, che non risponde al telefonino. «Abbiamo 53 giocatori di alto livello e trecento soci. Non è semplice mantenere questa vivacità.

Ogni persona che entra qui dà il meglio di sé, perché le bocce sono uno stile di vita che non dovrà mai tramontare». È impossibile, perché non svanirà mai nei sogni di una bambino di dieci anni che spera di diventare campione in un gioco dove le palle schioccano come noci, come per un applauso all'eterno sapore del passato.