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Il business dell'accoglienza Un caos che vale 10 milioni

La denuncia: «Arrivi gestiti in modo casuale» Ma piovono fondi anche per hotel, b&b, villette

La rete di Milano, che accoglie 2mila richiedenti asilo, è «emergenziale, casuale, senza progettualità». Eppure per organizzarla ci sono a disposizione 10 milioni di euro. Un giudizio pesante quello dato dal Naga, l'associazione volontaria che si occupa di diritti dei cittadini stranieri e che ha presentato il suo dossier sui migranti.

Dalle pagine del documento emerge che solo il 30% dei richiedenti asilo è inserito in un sistema di protezione studiato apposta per loro. Tutti gli altri, cioè la maggioranza, si trovano in un Centro di accoglienza straordinaria della la rete messa in campo dalle Prefetture dal 2014 per fronteggiare l'emergenza arrivi. In sostanza è come se si stesse fronteggiando un'ondata migratoria improvvisa, inaspettata.

Il dossier «(Ben)venuti!» è un'indagine che i volontari dell'associazione hanno condotto dall'aprile del 2015 a febbraio calcolando richieste di accesso agli atti, visite a 47 (su 63) Centri di accoglienza straordinaria e interviste sia agli stranieri ospitati che agli operatori, coinvolgendo 17 enti gestori su venti.

«Si è scelto il criterio dell'emergenza continuativa e al di là di questo si opera a caso» denuncia il presidente di Naga Pietro Massarotto, evidenziando l'eterogeneità delle strutture e del trattamento diverso che riservano a chi ospitano: ci sono dormitori ma anche appartamenti, villette, hotel, bed and breakfast, e, secondo i volontari, non sempre gli ospiti ricevono adeguata assistenza legale. Nella relazione, conclusa a febbraio, non è finita l'ultima mini diaspora a cui sono stati sottoposti i migranti, tra cui una tappa ad Expo, dove sono rimasti solo per poche ore. Nel rapporto si legge che per la provincia di Milano in tutto il 2015 «sono stati liquidati agli enti gestori di centri di accoglienza straordinaria più di 10 milioni». L'indagine («che non è sugli irregolari o su persone che si accolgono per buona volontà ma sui richiedenti asilo che siamo obbligati ad accogliere come previsto dalla normativa internazionale e italiana») si chiude con alcune richieste e proposte di miglioramento del sistema del Naga. Innanzitutto si chiede di non rinnovare la convenzione con enti che non erogano i servizi previsti né con quelli che sono coinvolti in inchieste giudiziarie. Si sollecitano meccanismi per monitorare il rispetto delle convenzioni, si sprona a superare il «doppio sistema» di accoglienza prefettizia e Sistema di protezione e si cerca di puntare a un'accoglienza diffusa sul territorio per richiedenti asilo e rifugiati per i Comuni italiani, proporzionate alla popolazione. Senza concentrare tutti gli arrivi in una città. I dossier inoltre denuncia che tra il 2015 e il 2016 sono diminuiti gli operatori nei vari centri che si occupano di richiedenti asilo.

«È una questione di costi - spiega Pietro Massarotto parlando dei tre bandi che sono stati pubblicati negli ultimi due anni per l'affidamento dei centri di accoglienza nel milanese - Dipende dal metodo del massimo ribasso dei bandi. Il rapporto operatori-ospiti è stato diminuito. Se devo spendere poco, ho meno operatori». Per il 2016 sono previsti due operatori diurni e uno notturno per strutture fino a 80 posti.

MaS

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