C'è una città che non perde il senso civico

C'è una città che non perde il senso civico

C'è un rovescio della medaglia, rassicurante, della lunga scia di violenze che ha colpito Milano negli ultimi giorni. La cosiddetta «Notte delle rapine» e non solo. In tre casi nel giro di pochissime ore sono stati i passanti, soli e armati di telefonino e urla, a salvare le vittime dalla fine peggiore. Non è servito purtroppo a Samsul Haque, il giovane bengalese che è stato ucciso dai due rapinatori marocchini poi arrestati nella notte tra il 26 e il 27 aprile. È stato provvidenziale per altri.

Così per la studentessa inglese assalita all'una e mezza della notte del 28 aprile in via De Amicis. Buttata a terra e già spogliata, ha rischiato lo stupro se non fosse stato per un cittadino che ha visto la scena e urlando ha messo in fuga i due aggressori, descritti come nordafricani. E per Carlo Alberto Paradisi, l'italiano 31enne senza fissa dimora finito nel mirino dei feroci rapinatori marocchini a Cinisello Balsamo. Per rubargli lo zaino i due non hanno esitato ad accoltellarlo al fegato, mandandolo in ospedale in condizioni gravissime. Nella notte però è sbucata una donna anche lei marocchina che coraggiosamente si è avvicinata, ha cominciato a gridare e ha fatto scappare i connazionali. Senza di lei probabilmente Paradisi sarebbe morto. La testimone ha anche riferito ai carabinieri cosa i due si erano detti in arabo. Infine nel caso delle due studentesse, una americana e una inglese, rapinate poche ore dopo sotto casa in via Gaffurio.

Un residente del palazzo poco più che 20enne, che ha sentito la richiesta d'aiuto «please, please», si è affacciato alla finestra e poi è sceso in strada a prestare soccorso. Erano le 2 di notte. Reazioni del tutto normali, si dirà, tutti lo avrebbero fatto. O forse no... Vincere le paura di aggressori senza scrupoli per aiutare uno sconosciuto è una forma di eroismo.

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